Putin intende completare il rimpasto muovendo Sergei Shoigu, ministro della Difesa dal 2012 e da lunga data suo fedele alleato, nella prestigiosa carica di segretario del Consiglio di sicurezza russo, in sostituzione dell’attuale Nikolai Patrushev, con poteri particolari sul complesso militare-industriale, si legge nella nota diffusa dal Cremlino.
I cambiamenti, che saranno approvati dal parlamento, sono i più importanti per quanto concerne i vertici del comando militare dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale in Ucraina, avviata nel febbraio 2022.
Il rimpasto offre a Shoigu una posizione tecnicamente superiore al suo ruolo di ministro della Difesa, garantendo continuità, ma non mancano le ipotesi di una retrocessione mascherata per il ministro, che alcune voci indicano come essere stato incapace di isolare casi di corruzione all’interno del suo ministero.
Valery Gerasimov, capo dello stato maggiore russo rimarrà al suo posto.
Anche Sergei Lavrov, ministro degli Esteri di lunga data, resterà al suo posto, ha comunicato il Cremlino.
La nomina di Belousov, un funzionario civile apprezzato per le sue decisioni economiche piuttosto che per la conoscenza delle arti della guerra, rappresenta a prima vista una sorpresa.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato ai mezzi d’informazione che l’avvicendamento ha una sua logica dal momento che la Federazione Russa si sta avvicinando a una situazione simile a quella dell’Unione Sovietica della metà degli anni ’80, quando le autorità militari e di polizia rappresentavano il 7,4% del bilancio dello stato.
Ciò, ha affermato Peskov, sta a significare che è fondamentale garantire che tale spesa rimanga in linea con gli interessi generali del paese, motivo per cui Putin ora vuole un civile con una solida preparazione economica al ministero della Difesa.
“Chi è più aperto alle innovazioni è colui che vincerà sul campo di battaglia”, ha detto Peskov.
Il cambiamento viene interpretato anche come un tentativo da parte di Putin di sottoporre la spesa per la difesa a un controllo maggiore per garantire che gli stanziamenti vengano spesi in modo efficace.
In conclusione, Belousov è un economista, la guerra si fa coi soldi, alle Forze armate bisogna allocare fondi in base alle necessità, fondi che non vengano vanificati in progetti cosmetici che, a volte, stanno in piedi per decenni senza aver prodotto risultati pratici.