GAZA - C’è anche il padre della famiglia Bibas, Yarden, tra i tre ostaggi che Hamas dovrebbe liberare domani, sabato 1 febbraio, nell’ambito del quarto scambio con i detenuti palestinesi previsto dall’accordo di cessate il fuoco a Gaza. Come reso noto dall’ala armata di Hamas e poi confermato da Israele, Yarden Bibas è nella lista ufficiale.  

L’uomo, 33 anni, è stato preso in ostaggio il 7 ottobre nel kibbutz Nir Oz, insieme alla moglie Shiri e ai loro due bambini piccoli, Ariel di quattro anni e Kfir che all’epoca aveva appena nove mesi. Madre e figlioletti mancano ancora all’appello e si teme per la loro sorte, poiché Hamas non li ha rilasciati tra i primi ostaggi, che dovevano includere proprio donne e bambini vivi.  

Oltre a Bibas, verranno liberati Ofer Kalderon, 54 anni e l’israeliano-americano Keith Siegel, 65 anni.

Calderon è stato catturato il 7 ottobre 2023 nel kibbutz dove oltre 100 residenti e 15 braccianti agricoli stranieri sono stati uccisi, insieme a Erez e Sahar, due dei suoi quattro figli. Gli altri due, Sahar (16 ann) e Erez Calderon (12), sono stati rilasciati il 27 novembre 2023 nel primo cessate il fuoco. La nonna Carmela Dan si trovava a casa sua in fondo alla strada, con la nipote dell’ex moglie di Ofer, Noya Dan: i loro corpi sono stati trovati il 19 ottobre. 

Keith Siegel è stato rapito insieme alla moglie Aviva Siegel, 62 anni, dalla loro casa nel kibbutz Kfar Aza, dove numerosi residenti sono stati uccisi e le case bruciate. Aviva è stata rilasciata il 26 novembre 2023. Keith, è originario della Carolina del Nord, ed è cittadino israelo-americano. 

Fonti israeliane hanno dichiarato che l’elenco dei tre ostaggi la cui liberazione è prevista per domani, trasmesso da Hamas, è accettabile per Gerusalemme e rispetta le conclusioni raggiunte dalle parti. Le autorità israeliane avevano chiesto ai media di non pubblicare i nomi finché non fossero state informate le famiglie degli ostaggi.  

In cambio della liberazione dei tre ostaggi, Israele rilascerà, sempre sabato, 90 prigionieri palestinesi, di cui nove con condanne all’ergastolo. Lo ha annunciato l’ufficio di Hamas per gli affari dei prigionieri, dopo che Israele ha confermato di aver ricevuto i nomi dei tre ostaggi che verranno liberati a Gaza.

L’inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha dichiarato in un’intervista a Axios che la ricostruzione di Gaza potrebbe richiedere dai 10 ai 15 anni: “Di Gaza non è rimasto quasi nulla, la gente si sta spostando verso nord per tornare alle proprie case e vedere cosa è successo, poi girarsi e andarsene... non c’è acqua né elettricità. È incredibile quanti danni siano avvenuti lì”.

Witkoff ha aggiunto che gli aiuti stanno entrando a Gaza come previsto, la gente sta tornando nel nord della Striscia e le misure di sicurezza nei corridoi di Netzarim e Filadelfia “funzionano meglio di quanto si aspettasse”. 

L’inviato di Trump ha spiegato che si recato nella Striscia, “per ispezionare l’implementazione, perché è molto importante. Il modo in cui ciò avviene influenzerà la nostra capacità di arrivare alla fase due dell’accordo”. Witkoff, un promotore immobiliare, stima che solo la demolizione e lo spostamento dei detriti richiederanno cinque anni.  

Quanto all’idea del presidente Usa di spostare temporaneamente i civili palestinesi da Gaza all’Egitto e alla Giordania, Witkoff ha detto ad Axios di non averne discusso con Trump, ma che – da quello che ha visto durante la sua visita – Gaza è “inabitabile”.

“Non è rimasto niente in piedi. Molte munizioni sono inesplose. Non è sicuro camminare lì. È molto pericoloso. Non lo avrei saputo senza andarci e ispezionare”, ha detto.