FIRENZE - La giunta regionale della Toscana ha approvato una proposta di legge che prevede valori premiali per incoraggiare, in maniera decisa, le ditte che partecipano alle gare regionali a riconoscere e garantire la paga del salario minimo ai dipendenti coinvolti nei lavori.
L’obiettivo della proposta che approderà all’esame del Consiglio regionale è tutelare gli stipendi dei dipendenti delle aziende scelte tramite appalto per la pubblica amministrazione.
Nel dettaglio, si prevede che nella valutazione delle offerte si tenga conto e si possano attribuire punteggi premiali alle aziende che pagheranno i propri lavoratori non meno di nove euro lordi l’ora. Uno strumento considerato utile per tutelare, per esempio, le addette ed addetti alle pulizie o di chi si occupa di guardiania, portierato e fattorinaggio, che molto spesso ricevono compensi inferiori alla cifra proposta.
La competenza sugli stipendi rimane nazionale, come impone la Costituzione, e la Regione non può dunque imporre un salario minimo nei bandi di gara propri o dei suoi enti e organismi strumentali, ma può inserire negli appalti “condizioni tecniche” e, dunque, tenere in conto e premiare, nella valutazione, le aziende che applicheranno ad esempio ai propri dipendenti un trattamento economico minimo predefinito. È quello che la giunta regionale si propone appunto di fare, se la proposta di legge dovesse essere approvata dal Consiglio regionale.
“Di più e diversamente era impossibile fare, la competenza sui salari è nazionale e un bando di gara non può derogare le disposizioni della normativa vigente”, ha dichiarato alla stampa il presidente della Toscana, Eugenio Giani, con l’assessore Stefano Ciuoffo, aggiungendo che in caso di imporre la cifra come requisito necessario per la partecipazione al concorso, “il rischio era l’illegittimità della norma e il conseguente annullamento degli esiti del bando di gara”.