È con estremo rammarico che il comitato organizzatore della Mirboo North Italian Festa ha annunciato la cancellazione dell’evento per il 2021. La festa si svolge ogni anno nella seconda domenica di febbraio, e attrae nella piccola comunità rurale del Gippsland fino a 20mila partecipanti, richiamati da un programma ricchissimo all’insegna della tradizione italiana, composto di musica, danze, gastronomia, parate, presentazioni di libri e attività per tutta la famiglia come la pigiatura dell’uva: un’atmosfera da piazza italiana in festa preceduta da una Messa officiata all’aperto e dalla processione in onore a San Paolo, patrono di Solarino, da dove provenivano le prime comunità di italiani a Mirboo.
“È stata una decisione molto difficile da prendere”, commenta Rosie Romano, membro del comitato tutto al femminile e vincitore di un Multicultural Award for Excellence da parte della Victorian Multicultural Commission. “Avevamo già avviato alcune prenotazioni e scelto il tema per questa edizione. Dato che la seconda domenica di febbraio del 2021 cadrà nel giorno di San Valentino, avevamo pensato di allestire la festa all’insegna del motto ‘That’s amore’. È proprio in questo periodo che di solito cominciamo a essere molto impegnati con l’organizzazione. Avevamo prenotato gli sbandieratori di Faenza, coordinandoci con un altro loro ingaggio a Perth, ma subito si è posto il problema delle due settimana di quarantena obbligatoria per chi arriva in Australia, a spese proprie”.
E con l’attuale picco di infezioni nel Victoria si è creata troppa incertezza su un ritorno in tempi brevi a una qualche forma di ‘normalità’.
“Anche nell’eventualità che i numeri della pandemia tornassero a livelli meno preoccupanti – continua Rosie Romano -, non riusciremmo a immaginare la nostra festa nel pieno rispetto delle norme del distanziamento sociale. Si tratta proprio di un evento altamente sociale, che riunisce amici e famiglie in un’atmosfera di stretto contatto, di condivisione del cibo, di danze, di uomini che giocano a carte. L’interazione sociale è il cuore pulsante della festa”.
C’è inoltre la possibilità, a seconda di come procede il contagio, di riproporre una mostra allestita tre anni fa, che riscosse molto successo. Intitolata ‘La vestina janca’, raccontava con l’esposizione di venti abiti da sposa le storie dei matrimoni per procura e delle fughe d’amore. “Trattandosi di una mostra potremmo tenere facilmente sotto controllo il numero dei partecipanti. E sarebbe comunque un evento per richiamare turisti nella zona, dato che molti business del settore hanno sofferto tantissimo sia per gli incendi nell’East Gippsland sia per le conseguenze della pandemia”.