ROMA - Un’attesa di giorni per mettersi in contatto con il centralino regionale e, alla fine, quando il Recup ha risposto, è stato possibile fissare l’appuntamento solo in un’altra provincia e a mesi di distanza.  

È quanto accaduto alla giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi, che denuncia in un post sui social i lunghi tempi di attesa per poter accedere alla terapia per la sclerosi multipla, malattia di cui è affetta. 

L’autrice spiega che ogni sei mesi deve fare la terapia di Ocrelizumab, la cui spesa dovrebbe essere coperta dallo Stato, ma “per giorni il messaggio pre-registrato mi dice che le linee sono intasate e dunque suggerisce di richiamare in un altro momento”. 

E quando finalmente è riuscita a mettersi in comunicazione con il centralino, la prima risonanza magnetica disponibile è a luglio 2025 a Frosinone, in un’altra provincia, a 90 chilometri da casa. “Per le due strutture dove di solito faccio le risonanze non c’è proprio disponibilità e non si sa per quanto”, spiega Mannocchi. 

La risposta cambia chiamando invece la clinica dove fece la prima risonanza per chiedere costi e disponibilità per fare gli esami privatamente.  

“Mi hanno risposto con la cortesia che si riserva a chi paga. E quindi ho preso appuntamento perché ne ho bisogno, perché è urgente, perché ho la fortuna di potermelo permettere”, ha scritto ancora la giornalista ribadendo che è “così che si demoliscono le democrazie”, 

In riferimento al caso, la Regione Lazio specifica che la ricetta conteneva classe di priorità “altro”, e quindi l’esame non poteva essere prenotato secondo i normali criteri di priorità e comunque non attraverso il Recup.  

“L’assistenza sanitaria andava gestita direttamente dalla struttura sanitaria che aveva in carico la paziente, l’azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea. Sulla struttura sanitaria l’Amministrazione regionale è già intervenuta per correggere l’errore”, afferma in una nota la Regione, dopo il post di denuncia di Mannocchi.