“È una di quelle cose che sembra non sia vera quando capita: sono molto contento! Grazie al maestro Pallotti alla direzione, all’orchestra, a voi”.
Sono le prime parole di Olly, vincitore della 75esima edizione del Festival di Sanremo, con il brano Balorda Nostalgia che il cantautore 23enne di Genova ha scritto e composto insieme a Pierfrancesco Pasini e JVLI con cui collabora da tempo.
Poi si rivolge a Lucio Corsi, forse la vera rivelazione di questo Festival, che si è classificato al secondo posto con Volevo essere un duro: “Grande Lucio, sei un cantautore potentissimo, e così tutti i membri del cast fantastico di questo festival. Ciao ma’, ciao pa’. È assurdo ma è successo”, aggiunge.
Lucio Corsi lascia il palcoscenico con un “sono felicissimo, grazie a tutti”.
Terzo posto per Brunori Sas con L’albero delle noci, al quarto Fedez con Battito, al quinto Simone Cristicchi con Quando sarai piccola.
A Cristicchi vanno anche il Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale, assegnato dai maestri dell’orchestra, e quello della sala stampa radio TV Lucio Dalla; a Brunori Sas anche il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo.
Il Premio della critica Mia Martini va a Lucio Corsi.
Giorgia riceve il Premio Tim – La forza delle connessioni e si commuove: “Hai vinto”, le urla il pubblico in sala.
“È la vera vittoria”, le dice Carlo Conti.
“Dopo tutti questi anni ha valore inestimabile. Non so se lo merito ma vi ringrazio con tutto il mio cuore”, conclude piangendo la cantante romana.
Il festival della normalità e della “pacificazione del Paese” celebra l’atto finale dopo aver messo a segno il 70.8% di share, record di sempre, nella serata delle cover, in una serata che intreccia dediche, lacrime, abbracci, messaggi di fiducia per i giovani e omaggi alle mamme.
Apre Gabry Ponte: accompagnato sul palco dal corpo di ballo, trascina l’Ariston con Tutta l’Italia, il nuovo tormentone del Festival sanremese.
Il superospite dell’ultima serata è Antonello Venditti, che riceve il premio alla carriera e fa pace con il festival, un palco con cui non si è mai confrontato in gara: “Il miracolo lo ha fatto Carlo: la notte di Natale è andato in una chiesa, ha trovato dei ragazzi che cantavano Stella e mi ha mandato il filmato. Io ho pensato che fosse un segno del destino. Mi trovo veramente bene qui, devo dire, non sono ostile, sono inclusivo. È un altro passo della mia storia che non finisce: il passato deve portarci a un futuro di speranza, più bello di quello che stiamo vivendo. Vivere vuol dire soffrire, lottare per un’idea, morire, cadere, alzarsi, chiedere scusa, questa è la vita”.
Sul palco dell’Ariston Venditti regala al pubblico Amici Mai e Ricordati di Me, ed è subito ‘effetto’ karaoke e ovazione con i braccialetti luminosi in platea.
Chiusa la vetrina del Dopofestival, Alessandro Cattelan, in vestito bianco, ha portato all’Ariston ciò che resta della statua di Conti, “solo il braccio e la cartelline con la scritta Sanremo 2025: ti serve per dire ‘dai dai’”. Ma non c’è bisogno perché il direttore artistico, nominato da Roberto Benigni ministro dei Trasporti in pectore, orologio alla mano, spacca come al solito il minuto in scaletta.
Alessia Marcuzzi, fasciata in un lungo e accollato abito nero che le lascia però scoperta tutta la schiena, poi in rosso, ha bisogno di contatto fisico per sentirsi a casa: abbraccia Conti, poi Mara Venier seduta in platea e una persona del pubblico scelto a caso, salutando il figlio Tommaso.
In un’edizione ‘casa e famiglia’ e piena di buoni sentimenti, Francesca Michielin canta Fango in Paradiso e poi, emozionata, ringrazia la mamma, per la prima volta all’Ariston, Bresh rischia di scivolare prima di cantare La tana del granchio, poi manda un bacio alla sorella Chiara; Rocco Hunt si scatena con Mille Vote Ancora, poi scende tra il pubblico e bacia la mamma Alfonsina.
Anche Cattelan si lascia contagiare: “Ciao baby, io mamma la chiamo così”. Marcella Bella dedica invece il messaggio di forza di Pelle Diamante “a tutte le donne”. Kekko Silvestre dei Modà omaggia Cash, l’amico scomparso due anni fa, puntando l’indice sul cuore alla fine del brano Non ti dimentico. Fedez manda un pensiero a Fausto Cogliati.
Sul palco dell’Ariston anche la testimonianza di Edoardo Bove, il 22enne centrocampista della Fiorentina operato per l’applicazione di un defibrillatore dopo un malore in campo: “In questo momento mi sento incompleto, vuoto, come se mi mancasse qualcosa”, sottolinea il calciatore viola.
“Voglio ringraziare tutti voi, è un affetto che mi è arrivato in modo particolare, al di là dei colori, delle bandiere, delle squadre”. Bove si ritiene “fortunato, per come sono andate le cose: tutto nel posto giusto al momento giusto, in 13 minuti ero in ospedale”, per questo testimonia “l’importanza del primo soccorso”.