Sanremo? Ho provato ma non sono stata presa dal nostro amico Carlo Conti. Forse era destino e vedendo il cast di quest’anno ho compreso la sua scelta. Il brano forse era un pochino fuori contesto rispetto alle sue scelte artistiche”.
E il prossimo anno? “Mi piacerebbe riprovarci. Sto lavorando a un progetto che mi sembra interessante, anche un po’ diverso dal solito e, senza fare spoiler, potrei non essere da sola”. A dirlo è Irene Grandi, che si racconta in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Favole” che porterà nel suo tour estivo “Fiera di me” che partirà a fine maggio. E nelle favole lei ci crede ancora: “Mi piace continuare sempre a credere nell’amore e che possa ancora nobilitare una persona. [Ma le relazioni oggi non sono facili] e bisogna proteggersi dai rapporti tossici”. Oggi si chiama ghosting: “È il sintomo di una relazione che stenta a decollare. Sempre meglio trovarsi un’altra storia piuttosto che una favola che va a finire male”.
Nella musica la sua favola continua da oltre 30 anni: dagli esordi negli anni ‘90 con successi come “Fuori” e “TVB” fino alle più recenti sperimentazioni, passando per indimenticabili partecipazioni a Sanremo e Festivalbar: “Questo trentennale è un puzzle dove ci sono tante cose ma alla fine il filo conduttore è uno e sei tu. Ed è questa la bellezza di avere un’identità musicale, che incoraggio i giovani a ricercare”.
Tanti anni di carriera dove non sono mancati gli alti e bassi: “Quelli ci sono sempre ma lo cantavo fino dai primi anni, proprio dal ‘95, quando dicevo: ‘Vivo in vacanza da una vita tra una discesa e una salita’. È comunque questo il nostro lavoro e bisogna imparare ad andare sia in discesa che in salita”. Rimpianti? “Mai uno vero e proprio, le uniche volte in cui mi sono pentita è stato quando ho fatto delle scelte un po’ troppo strategiche. Quelle quando sbagli fanno più male”.
Tornando a Sanremo, l’artista ammette di non amare tanto la gara. “È molto impegnativa”, dice la Grandi che al Festival ha partecipato ben sei volte. “Sanremo offre grande visibilità e aiuta nei live. Senza questo passaggio si fa più fatica a uscire”. L’artista, inoltre, riflette sul suo secondo posto a Sanremo 2000 con il brano “La tua ragazza sempre”, quando vinsero gli Avion Travel con “Sentimento”: “Fu buffo perché nessuno si aspettava che vincessero. Fu una vittoria che sorprese un po’ tutti, ma prima non si dava molta importanza alla vittoria come invece è oggi”.
E tra Amadeus e Conti, Irene non ha dubbi: “Scelgo Conti. Quest’anno c’è stato questo ritorno alla melodia e al cantautorato che ho apprezzato molto. Ho trovato alcune cose interessanti, a partire dal toscano, Lucio Corsi”. La musica però ha bisogno di altri spazi oltre al Festival: “Forse sembrerò nostalgica ma sarebbe bello che tornasse il Festivalbar. In quel contesto non era importante il premio, ci si sentiva al centro di qualcosa che caratterizzava culturalmente quel momento e si festeggiava il successo di tutti i brani”.
Irene Grandi riflette sull’essere rock oggi: “Sta attraversando un momento di crisi, prima il rock era ribellione e andare controcorrente”. Oggi, invece, “tutti non vedono l’ora di far parte del sistema. E questa è una cosa inquietante. I giovani dovrebbero essere ribelli e più rock”. Come lei che è stata rock anche nella sua vita privata: “Forse anche troppo - ride -. Mi sono pure sposata a Las Vegas, senza dirlo a nessuno. I miei genitori mi hanno tolto il saluto per un anno. Cosa c’è più rock di questo?”.