BUENOS AIRES - Il Festival di Sanremo è ufficialmente iniziato e come ogni anno, mentre i riflettori illuminano il palco dell’Ariston, milioni di italiani, anche quelli che vivono a migliaia di chilometri di distanza, si sintonizzano per assistere a quella che è considerata la più grande celebrazione della musica italiana. 

Anche chi “rinnega” questa manifestazione popolare non può evitare di seguire il Festival, richiamato da un senso di appartenenza che attraversa confini e continenti.  

Oltre alla sua popolarità nazionale, Sanremo rappresenta un legame profondo per le comunità italiane sparse in tutto il mondo, in particolare per quelle di discendenti in Argentina, che attraverso la musica mantengono viva la memoria dei propri nonni e genitori.  

Chiara Forni, giornalista del blog La Sfogliatella e membro dell’associazione Nettuno di Oberá (Misiones), racconta: “Mia nonna lo guardava sempre ed era rimasta entusiasta quando nel 2011 aveva vinto Roberto Vecchioni, con Chiamami amore... Ce la faceva ascoltare di continuo”. 

Anche Mariel Pitton Straface, direttrice di Radici, un gruppo di ballo di danze tradizionali italiane, condivide il suo ricordo del nonno calabrese. “Era musicista nelle feste popolari del suo paese, Corigliano Calabro – spiega –. È così che ha conosciuto mia nonna. Cantava e suonava la chitarra, per lui la musica era fondamentale”. 

Il legame con la musica di Sanremo si tramanda di generazione in generazione, diventando un punto di riferimento culturale anche per chi, come Chiara, vive in Argentina, ma conserva le radici in Italia. “Ieri sono andata a una riunione di giovani discendenti dell’Emilia Romagna e si è parlato molto del festival”, racconta.

Mariel Pitton Straface invece spiega che il Festival della canzone italiana era molto importante per la madre, figlia di immigranti, nata in Argentina. “Allora, tutti lo aspettavano con ansia in famiglia e, ancora oggi, è un motivo di riunione per noi, che anche quest’anno abbiamo visto tutti insieme la prima serata.”  

La musica ha sempre avuto un ruolo cruciale nella cultura familiare e il Festival di Sanremo rappresenta un’occasione per ritrovarsi e per rendere omaggio alla tradizione musicale italiana. 

Un evento culturale che unisce generazioni, un omaggio ai grandi successi del passato che però continua a presentare al mondo nuovi artisti, come è stato il caso dei Måneskin, che dal palco dell’Ariston si sono poi proiettati al mondo. 

Chissà se queste canzoni diventeranno classici come lo hanno fatto tante altre nella storia del Festival, si domanda Mariel. 

Silvana Lapenta, presidente dell’associazione Corrado Alvaro di Ramos Mejía, nel conurbano di Buenos Aires, aggiunge: “Per me seguire Sanremo è un modo di mantenere il legame con l’Italia. È il festival della canzone di ieri e di oggi, è il ponte che unisce i discendenti e gli italiani all’estero con la madrepatria”.  

Silvana è anche docente di italiano e spiega che le canzoni sono sempre molto utili per avvicinare gli alunni alla lingua. “Guardo tutte le serate e prendo appunti di quello che mi piace di più, delle performance, dei monologhi, degli invitati... Sono sempre uno spunto molto interessante per le lezioni”.  

Anche Alejandro Tosi, presidente della Federazione delle associazioni lucane in Argentina (FABA), sottolinea quanto il Festival continui a rappresentare un punto di riferimento per lui, non solo come occasione di aggiornamento musicale, ma anche come un'esperienza che affonda le radici nei ricordi di famiglia, dove la musica di Sanremo accompagna momenti di vita condivisa.

“Ci connette con l’attualità musicale in Italia. Siamo attenti e seguiamo ogni giorno ciò che succede. In particolare, ho dei ricordi di mia madre che metteva a tutto volume Eros Ramazzotti, Il Volo, Laura Pausini e Andrea Bocelli”, racconta.  

Per i luncani, poi, quest'anno c’è più di un motivo di interesse ulteriore. “Questo venerdì per i lucani ci sarà la partecipazione del nostro trapper Chiello, che canterà con Rose Villain, Fiori rosa, fiori di pesco, nella serata dei duetti – spiega Alejandro –. Quindi canteremo insieme venerdì e sabato festeggeremo per il rappresentante italiano dell’Eurovision 2025”. Inoltre, in gara quast’anno, c’è anche l’italo-argentino di origini lucane Shablo.

Gli italiani più recentemente stabiliti in Argentina si sono invece entusiasmati con la partecipazione di Jovanotti alla prima serata (molti appartengono alla sua generazione) e si sono emozionati il duetto delle cantanti palestinese ed ebrea, un richiamo alla pace molto sentito. 

Altri hanno festeggiato il grande ritorno di Massimo Ranieri, che ha sbalordito con la forza della sua interpretazione e ha rappresentato uno dei momenti più emozionanti. 

Come al solito non mancano le sorprese, e in tanti hanno segnalato la canzone di Fedez tra le preferite, pur non amando il personaggio. Chissà se anche in Italia si sta verificando lo stesso fenomeno.  

Sarà interessante vedere come cambia la percezione della musica quando si è lontani dalla madrepatria. L’oceano che separa l’Argentina dall’Italia potrebbe influenzare il modo in cui i brani di Sanremo vengono vissuti.  

In fin dei conti, il Festival di Sanremo rappresenta qualcosa di molto più grande della semplice gara musicale. È il collante che unisce gli italiani, da Nord a Sud, giovani e vecchi, all’estero con la loro terra d’origine.  

Il festival può essere seguito in streaming su Il Globo TV

(Ha collaborato a questo articolo Francesca Capelli)