BRISBANE - Brown, un ex dipendente di 26 anni, è stato incriminato con 70 capi d’accusa relativi ad abusi a sfondo sessuale su otto presunte giovanissime vittime in un centro per l’infanzia di Melbourne gestito da G8. Lo scandalo ha fatto crollare le azioni della società e spinto decine di genitori a valutare azioni legali. Le accuse hanno anche dato avvio a un’inchiesta nello stato del Victoria e riacceso il dibattito sulla sicurezza nel settore dell’infanzia in Australia.

In un comunicato alla Borsa australiana (ASX), l’amministratore delegato Pejman Okhovat ha dichiarato che l’azienda accelererà l’implementazione delle telecamere in tutti i centri, dopo un progetto pilota in alcune sedi. G8 ha inoltre espresso sostegno per l’istituzione di registri nazionali degli operatori che lavorano con minori e persone vulnerabili, così come una regolamentazione uniforme a livello nazionale.

“Siamo inorriditi dalle accuse. Il nostro pensiero va ai bambini e alle famiglie coinvolte”, ha affermato Okhovat, che ha incontrato alcune famiglie nel Victoria e ha promesso collaborazione ininterrotta con autorità e forze dell’ordine.

Brown è accusato di reati avvenuti tra aprile 2022 e gennaio 2023 presso il Creative Gardens Early Learning di Point Cook – Melbourne sud ovest. La polizia sta indagando sul suo operato in altri 19 centri dove ha lavorato dal 2017 al 2025.

L’uomo, che al momento si  trova in custodia cautelare e dovrà comparire in tribunale il 15 settembre, non ha ancora reso nota la sua posizione rispetto alle accuse.