LONDRA – A partire dal 2 aprile 2025 per recarsi nel Regno Unito sarà necessario essere in possesso di un’autorizzazione di viaggio elettronica (ETA). Un obbligo che scatta per i cittadini dell’Unione Europea o degli altri Paesi dell’Associazione europea di libero scambio (Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia). 

Tuttavia, l’autorizzazione di viaggio elettronica è già diventata realtà dallo scorso 8 gennaio per tutti i viaggiatori con passaporti extraeuropei. 

Sono esclusi i cittadini britannici e irlandesi. Tutti i visitatori, minorenni compresi, che non necessitano di un visto per il Regno Unito per soggiorni di breve durata oppure, che non possiedono nessuno status di immigrazione nel Regno Unito, devono richiedere e ottenere un’Eta per recarsi o per transitare nel Regno Unito. 

L’Eta, al momento, costa 10 sterline (12 euro circa) e consente di recarsi più volte nel Regno Unito per soggiorni fino a sei mesi consecutivi, nell’arco di due anni o fino alla scadenza del passaporto del titolare, a seconda di quale di queste due condizioni si verifichi prima.

I visitatori dovranno farne richiesta in anticipo. Per informazioni relative all’idoneità per l’Eta e alla modalità di richiesta prima di recarsi nel Regno Unito, consultare il sito Gov.Uk. Il modo più semplice per richiedere un’Eta è attraverso l’applicazione “Uk Eta app”, che può essere scaricata da Google Play o Apple App Store.

Se non si ha accesso a uno smartphone, si può farne richiesta sul sito Gov.Uk (apply online). Se una domanda di Eta viene respinta, verrà comunicato all’interessato il motivo del rigetto e questi potrà presentare una nuova domanda. 

Se la richiesta per l’Eta viene rifiutata, l’interessato non potrà fare ricorso, e se desidera ancora ottenere il permesso per viaggiare nel Regno Unito dovrà richiedere un visto.

“[L’Eta è] in linea con l’approccio adottato da molti altri Paesi per la sicurezza delle frontiere, tra cui gli Stati Uniti e l’Australia [e ha l’obiettivo di] contribuire a prevenire l’arrivo di soggetti che rappresentino una minaccia per il Regno Unito”, ha dichiarato il portavoce dell’Ambasciata britannica in Italia, Pierluigi Puglia, richiamando le informazioni diffuse dall’Home Office di Londra.