Stoccate, affondi, finte, assalti. Sono alcune mosse della scherma, mostrate ai ragazzi della scuola italiana Cristoforo Colombo di Buenos Aires dai campioni della Nazionale italiana e argentina, in un incontro che rafforza il legame storico tra i due paesi. Una collaborazione iniziata nel 1897, come spiega Victor Sergio Groupierre, presidente della Federación Argentina de Esgrima. Risale a quell’anno, infatti, l’apertura della prima scuola di scherma dell’esercito argentino, con maestri chiamati apposta dall’Italia.
Dal 24 al 26 marzo, gli atleti delle due Nazionali si incontreranno in pedana, questa volta come rivali, per la tappa argentina della coppa del mondo della spada maschile. Ad accompagnare gli Azzurri c’è anche Alfredo Rota, medaglia d’oro nella spada alle Olimpiadi di Sydney del 2000 e bronzo a Pechino 2008, oggi in veste di allenatore. La gara si svolgerà nella sede del CeNARD - Centro Nacional de Alto Rendimiento Deportivo).
L’incontro alla scuola Colombo è stato organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires, nell’ambito del progetto “La bellezza in un gesto”, con l’obiettivo di avvicinare ragazze e ragazzi alla scherma.
L’ambasciatore Fabrizio Lucentini ha sottolineato con un ricordo personale l’importanza dello sport nella formazione dei giovani: “A 14 anni praticavo la canoa, che non era certo la classica disciplina dei sogni dei miei coetanei. Ma ho imparato tanto, e non parlo solo di attività fisica, perché lo sport è socialità, capacità di stare insieme, inclusione”.
A questo proposito, il CT della Nazionale italiana, Dario Chiadò, ha sottolineato come la scherma paralimpica – che ha guadagnato una grande popolarità grazie anche ai successi della fiorettista Bebe Vio – sia compresa nelle attività federali.

Alfredo Rota, medaglia d’oro nella spada alle Olimpiadi di Sydney 2000. (Foto: Francesca Capelli)
“L’inclusione è una caratteristica trasversale di questa disciplina – ha specificato –. Si tratta di uno sport individuale, ma la crescita degli atleti passa per lo spirito di gruppo”. Non a caso, all’incontro era presente anche Alejandro Maldonado, presidente della Fundación argentina inclusión y deporte, che vuole garantire alle persone con disabilità il diritto alla pratica sportiva.
Gli atleti italiani e argentini hanno offerto ai ragazzi una breve dimostrazione, tutta all’insegna del fair play, segnalando per primi all’arbitro quando era l’avversario a segnare il punto. Infine, gli studenti e le studentesse hanno potuto provare in prima persona le nozioni di base della scherma, guidati dai professionisti delle due nazionali. “Anch’io ho iniziato così, dopo un incontro a scuola – ci rivela il forlivese Giacomo Paolini –. Facevo ginnastica artistica, sognavo il calcio. E invece…”. Come si diventa campioni? Paolini non ha dubbi: “Il cervello vale quanto la preparazione fisica e la tecnica, forse di più, soprattutto ad alti livelli. La scherma è uno sport impegnativo dal punto di vista mentale”.
Eduardo Aschiero, docente di Educazione fisica alla scuola Colombo, osserva soddisfatto l’entusiasmo dei suoi studenti in pedana. “L’obiettivo era far conoscere uno sport considerato di nicchia – spiega–. E mostrare ai ragazzi che non esiste solo il calcio. La gara del CeNARD è ad accesso libero e gratuito, spero che a qualcuno di loro venga la voglia di assistere e magari di continuare”.