BEIRUT - La tregua tra Israele ed Hezbollah regge, nonostante nove persone siano state uccise ieri negli attacchi israeliani contro villaggi nel Sud del Libano.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato di aver colpito decine di obiettivi della milizia sciita, comprese “rampe di lancio e infrastrutture terroristiche”. Il ministero della Sanità libanese ha affermato che i raid hanno ucciso cinque persone nel villaggio di Harris e quattro in quello di Tallousa, nel Sud del Paese.
Un drone israeliano ha preso di mira una postazione militare libanese a Hermel, nella valle della Bekaa, nella parte orientale del Paese, lontano dal confine con Israele, ferendo un soldato. Un uomo è stato ucciso in un altro attacco di droni nel villaggio di Marjayoun, vicino al confine.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver “preso di mira veicoli militari che operavano nell’area di un sito di produzione missilistica di Hezbollah nella Bekaa” e di aver colpito siti “utilizzati per il contrabbando di armi vicino al confine siriano-libanese nella regione di Hermel” oltre ad aver effettuato “diversi attacchi in risposta ai terroristi di Hezbollah” nel Sud del Libano.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito una “grave violazione” i colpi sparati dalla milizia filo-iraniana contro un’area contesa ai confini del Libano e la parte del Golan siriano occupata e annessa da Israele, e aveva promesso una reazione “energica”.
Gli Stati Uniti, principale alleato di Israele, hanno affermato che la tregua in vigore dal 27 novembre è stata mantenuta e che stanno esaminando le accuse di entrambi gli schieramenti. “Il cessate il fuoco sta reggendo” ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.
Il presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri, alleato di Hezbollah e negoziatore della tregua in sua vece, ha affermato che Israele ha violato il cessate il fuoco “almeno 54 volte” e ha chiesto al comitato responsabile della supervisione della tregua, che comprende Stati Uniti e Francia, “di costringere Israele a fermare le sue violazioni e a ritirarsi” dal territorio libanese.
Il capo della diplomazia francese, Jean-Noel Barrot, dal canto suo ha insistito con il suo omologo israeliano, Gideon Saar, sulla “necessità che tutte le parti rispettino il cessate il fuoco”.
Il ministro israeliano ha respinto ogni accusa di violazione. “Al contrario, Israele lo sta applicando” in risposta “alle violazioni di Hezbollah che richiedono un’azione immediata”, ha detto. Hezbollah da parte sua ha dichiarato di aver sparato su una postazione militare israeliana, sulle “colline occupate di Kfar Chouba”, un’area vicina alle fattorie di Shebaa e attualmente sotto il controllo dell’esercito israeliano come “prima risposta difensiva” alle “violazioni” del cessate il fuoco da parte di Israele. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha promesso una “forte risposta” al fuoco di Hezbollah che, ha riferito, ha preso di mira “una base militare a Har Dov”, il nome ebraico delle fattorie Shebaa.
Da Riad il presidente francese Emmanuel Macron e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman “hanno sottolineato che continueranno gli sforzi diplomatici per consolidare il cessate il fuoco” in Libano e hanno chiesto “lo svolgimento di elezioni presidenziali in Libano con l’obiettivo di attuare le riforme necessarie alla stabilità e alla sicurezza del Paese”.