PECHINO - La battaglia legale sulle origini della pandemia di Covid-19 si sposta su un nuovo, clamoroso fronte internazionale. Le autorità di Wuhan e l’Accademia Cinese delle Scienze hanno intentato una causa civile presso il Tribunale Intermedio del Popolo di Wuhan contro lo Stato Usa del Missouri, chiedendo un risarcimento record di 50 miliardi di dollari.
L’iniziativa rappresenta una risposta diretta alle manovre di Jefferson City, che nei mesi scorsi aveva ottenuto in una corte statunitense una sentenza favorevole per il sequestro di asset cinesi.
Secondo i documenti depositati in tribunale, si accusa il Missouri di rappresentare una “minaccia economica e reputazionale per la Repubblica Popolare Cinese”. Nello specifico, i ricorrenti (tra cui figura anche l’Istituto di Virologia di Wuhan) contestano alle autorità statunitensi di aver politicizzato la pandemia e stigmatizzato le istituzioni cinesi; manipolato le indagini sulle origini del virus per fini elettorali; e aver sminuito la valutazione sociale dell’Istituto di Virologia di Wuhan attraverso accuse giudicate “prive di fondamento”.
La mossa cinese non è casuale, ma segue una storica sentenza emessa lo scorso marzo da un giudice federale statunitense. In quell’occasione, il tribunale aveva riconosciuto allo Stato del Missouri un risarcimento di 24 miliardi di dollari, ritenendo il Partito Comunista Cinese responsabile di aver occultato l’epidemia iniziale, peggiorando la crisi globale. L’allora procuratore generale Bailey aveva definito il verdetto “una vittoria storica”, affermando che lo Stato avrebbe cercato di recuperare l’intera somma anche attraverso il sequestro di beni cinesi.
La Procuratrice Generale del Missouri, Catherine Hanaway, infatti, ha recentemente annunciato l’intenzione di procedere con la certificazione legale per il sequestro di beni di proprietà cinese (proprietà immobiliari, interessi finanziari e altre partecipazioni) per coprire la somma dovuta allo Stato. Di fronte a questa mossa, Pechino ha sferrato la sua controffensiva legale, tentando di ribaltare il rapporto di forza: attraverso il tribunale di Wuhan, la Cina punta ora a ottenere una sentenza contrapposta.
Oltre al risarcimento multimiliardario, Pechino esige scuse pubbliche sui principali media globali, tra cui New York Times, Cnn e Wall Street Journal. Il tribunale di Wuhan ha notificato che i convenuti dovranno rispondere entro tre mesi dalla ricezione degli atti, pena conseguenze processuali sfavorevoli.
Il 30 aprile Pechino aveva pubblicato un libro bianco sulla prevenzione, il controllo e la tracciabilità dell’origine del Covid-19, definendo la causa del Missouri “una farsa politicamente motivata” e annunciando “contromisure risolute” a tutela dei propri interessi legittimi.
Dalla parte statunitense, la procuratrice Hanaway ha liquidato l’iniziativa cinese come una “tattica dilatoria”, ribadendo l’intenzione del Missouri di riscuotere integralmente il risarcimento stabilito dai tribunali Usa. Eric Schmitt ha definito a sua volta la causa “priva di fondamento fattuale e giuridico”.