Il governo federale ha accolto la raccomandazione dell’Australian Technical Advisory Group on Immunizations (ATAGI) e ha deciso di proseguire la somministrazione del vaccino AstraZeneca solo su persone di età pari o superiore ai 60 anni. Stati e Territori sono stati informati della raccomandazione.

Per chiunque abbia già ricevuto la prima dose di AstraZeneca, nulla osta alla seconda dose dello stesso vaccino, a prescindere dall’età.

Il ministro federale della Salute, Greg Hunt, ha confermato di avere recepito le indicazioni dell’ATAGI sull’estremamente raro ma serio rischio di trombosi correlato alla somministrazione del vaccino prodotto dalla multinazionale farmaceutica anglo svedese AstraZeneca.

Già lo scorso aprile ATAGI aveva diffuso la raccomandazione di somministrare il vaccino solo a persone di età pari o superiore a 50 anni a causa del timore di possibili sviluppi di trombosi.

Il prodotto AstraZeneca era stato descritto dall’allora ufficiale sanitario capo, Brendan Murphy, come il vaccino di riferimento e in effetti è stato quello su cui il governo federale ha puntato anche con una capacità produttiva interna, presso i laboratori CSL di Melbourne, che garantisce milioni di dosi.

E visto che, al momento, l’Australia sembrerebbe non essere in grado di produrre internamente i vaccini mRNA come quelli di Pfizer e Moderna, aumenta la pressione sul governo federale rispetto alla prosecuzione della campagna vaccinale nel Paese.

Da oggi infatti sarà solo Pfizer il vaccino a cui potranno accedere tutti gli australiani dai 40 a 59 anni.

Nei giorni scorsi alcuni esperti avevano chiesto una revisione dei criteri di ripartizione per età, dopo che una donna di 52 anni era diventata la seconda persona in Australia a morire per un caso di trombosi, peraltro raro, collegato al vaccino AstraZeneca.

L’Agenzia del farmaco australiana, la Therapeutic Goods Administration, ha reso noti i dati ufficiali che parlando di sessanta casi di trombosi, su oltre 3,6 milioni di dosi di AstraZeneca somministrate.

Di questi sessanta casi, due sono i decessi, ventidue le persone si trovano ricoverate in ospedale, quattro delle quali in terapia intensiva, mentre i restanti trentasei casi sono stati dimessi dall’ospedale e sono in via di guarigione.

Nel corso dell’ultima settimana sono stati dodici i nuovi casi di trombosi, sette dei quali sviluppatisi in persone di età compresa tra i 50 ed i 59 anni.

L’agenzia del Farmaco australiana ha ora cominciato a suddividere in due fasce i rapporti sui coaguli sanguigni. La fascia 1 comprende le forme più gravi del fenomeno di trombosi, nella fascia 2 vengono catalogati i casi con gli effetti lievi. Gli ultimi dati rivelano ventitre casi di fascia 1, diciassette di fascia 2 e venti che non sono ancora stati classificati. Questi dati, che fanno riferimento agli ultimi sette giorni, mostrano come il tasso di trombosi sia basso: 3,1 casi ogni 100mila prime dosi per le persone di età inferiore ai 50 anni, e 1,8 casi ogni 100mila per le persone più anziane. Per le persone di età compresa tra 50 e 59 anni, il tasso è di 1,9 casi ogni 100mila somministrazioni.