CANBERRA – Ribadendo l’impegno del governo a protezione da ogni tipo di discriminazione, il primo ministro e il ministro della Giustizia hanno presentato la seconda bozza del testo di legge sulla discriminazione religiosa, che include vari cambiamenti suggeriti da enti religiosi e altre istituzioni, dopo la presentazione della prima bozza lo scorso agosto.
La pubblicazione della seconda bozza permetterà di ampliare le consultazioni comunitarie, per dare a tutti l’opportunità di considerare le revisioni apportate alla proposta.
“Questo non vuole e non deve essere un processo affrettato - ha detto Scott Morrison – ma è importante che la legge sia giusta ed equa, che le riforme siano durature e che tutelino tutti gli australiani”.
Christian Porter ha esposto undici cambiamenti al disegno di legge originale, che il governo ha preferito non presentare in Parlamento il mese scorso, dopo le critiche da parte di enti religiosi e gruppi a favore della parità dei diritti, e dei disabili.
Durante le precedenti consultazioni, il ministro Christian Porter ha incontrato centinaia di gruppi interessati che hanno incontrato oltre 6.000 richieste scritte in relazione alle nuove misure antidiscriminazione religiosa.
I cambiamenti apportati al disegno di legge dopo la prima tornata di consultazioni sono i seguenti: che gli enti religiosi possano continuare a decidere le scelte di organico, come sono in grado di fare in base all’attuale legislazione federale; assicurare che enti caritatevoli, quali St Vincent De Paul, siano inclusi nella definizione ‘enti religiosi’; limitare la definizione di “obiezione di coscienza” in maniera che sia applicata solo a infermieri, ostetrici, medici, psicologi, farmacisti; chiarire che l’obiezione di coscienza non è un diritto a discriminare nei confronti di altri individui per genere o altre caratteristiche; e includere clausole per garantire che, in base alle leggi federali,  ospedali religiosi, case di cura e di riposo e altri enti gestori, possano continuare ad assumere personale per preservare l’ethos religioso.
“La modifica relativa all’obiezione di coscienza – ha detto Porter -, permetterà ai sanitari di rifiutare interventi medici contrari alla loro fede, ma non potranno rifiutare di  trattare i pazienti, in base al  loro credo religioso. Un ospedale cattolico, ad esempio, potrebbe rifiutare di praticare un aborto o un’inseminazione artificiale, ma non rifiutare cure a un paziente non cattolico”.
Sono stati apportati altri emendamenti al testo originale per esemplificare che il termine “vilipendio” sta a significare ‘incitamento all’odio o alla violenza’, e per includere “l’obiezione di coscienza”, caldeggiata da molti di coloro che sono stati consultati, inclusa l’Associazione medica australiana “AMA).
“Ogni forma di discriminazione non può e non deve venire tollerata  da questo governo – ha continuato il primo ministro -. Abbiamo già leggi che proteggono i cittadini dalla discriminazione sulla base del genere, l’etnia, l’età e le disabilità, ed è solo logico che anche la religione venga inclusa tra le tutele antidiscriminatorie, per dare l’opportunità a chiunque di professare la propria fede”.
Facendo eco al primo ministro, Christian Porter ha difeso lo slittamento dell’introduzione del disegno di legge, dicendo che il governo ha voluto ascoltare il parere di tutte le parti in causa: “Siamo perfettamente consapevoli che la legge deve essere equilibrata e calibrata, perché vogliamo che sia uno scudo contro la discriminazione, non che diventi un’arma”.
La seconda fase di consultazioni pubbliche si chiuderà il 31 gennaio 2020.