CANBERRA - A nove giorni dal voto il primo ministro è tornato nel seggio di Reid a Sydney, lasciato vacante dal ‘lealista’ di Malcolm Turnbull, Michael Lundy. La nuova candidata liberale, Fiona Martin, ha dato il benvenuto a Scott Morrison, ricordando che Reid è uno dei collegi più multiculturali del Paese, con 26.000 piccoli esercenti.
Lodando l’imprenditorialità dei migranti che “lavorano duro per assicurarsi opportunità future”, Morrison non ha perso l’occasione per attaccare i laburisti e i sindacati, “una minaccia per l’economia”.
Ad inizio settimana, il primo ministro aveva annunciato il rilancio della campagna ‘Australia Made’, un nuovo fondo da 50 milioni di dollari per incentivare il settore manifatturiero ad investire in tecnologie moderne, e promesso 15 milioni per centri studi regionali per permettere ai giovani di poter studiare rimanendo nelle loro comunità.
In un’intervista alla vigilia del terzo ed ultimo dibattito della campana elettorale tenutosi ieri sera, Morrison ha inquadrato il voto del 18 maggio come “la scelta tra la continuazione dei programmi economici della Coalizione, e i grandi cambiamenti fiscali promessi da Bill Shorten”.
La gestione superiore dei liberal-nazionali, nel campo del commercio e dell’economica, sulla quale il primo ministro ha incentrato la campagna per la riconferma del governo, è stata sfatata da due grandi statisti del passato, gli ex primi ministri laburisti Bob Hawke e Paul Keating, che con il primo commento congiunto in 28 anni, pubblicato dagli ex quotidiani Fairfax (l’ultimo risaliva al 1991 quando Keating ha rassegnato le dimissioni da ministro del Tesoro ndr), hanno rivendicato la modernizzazione dell’economia australiana, da parte dei governi laburisti da loro guidati. “Dire che i laburisti non sono in grado di gestire l’economia è negare la storia – si legge nel commento di Hawke e Keating – dato che la struttura dell’ economia australiana moderna è stata costruita da un governo laburista”. I due statisti, che hanno deciso di riappacificarsi dopo anni di malumori, hanno dato il loro imprimatur al programma elettorale di Shorten, sottolineando che rappresenta la giusta modernizzazione dei principi che hanno sostenuto i loro governi.
A dare la dimensione del dibattito politico in corso, da segnalare la polemica sulla mamma di Shorten. L’aspirante primo ministro ha spesso raccontato la storia della madre, la prima della famiglia poco agiata, a frequentare l’università, che voleva studiare legge ma che per prendersi cura della famiglia, ha accettato una borsa di studio ed è diventata insegnante. Ieri il Daily Telegraph di Sydney, ha scritto che Shorten nel raccontare la vita di sacrifici della madre, ha omesso di dire che si è poi laureata in legge ed ha lavorato come avvocato per sei anni. Shorten, che anche nel più recente Q&A, dell’ABC, ha raccontato che la madre, scomparsa cinque anni fa, ha poi coronato i suoi sogni diventando avvocato, ha accusato News Corp, di aver usato la vita e la memoria dela madre per un attacco politico nei suoi confronti, aggiungendo: “Sono scesi ad un nuovo livello si bassezza e meschinità”.
Solidale con Shorten anche il primo ministro che ha detto che le madri scomparse non dovrebbero entrare nel dibattito politico.