CANBERRA – Lo scrittore e commentatore politico australiano, Yang Hengjun, un ex diplomatico cinese, è stato formalmente incriminato dalle autorità cinesi di sospetto spionaggio.
Da gennaio, Yang è detenuto in una struttura del ministero della Sicurezza statale a Pechino, dopo essere stato arrestato all’aeroporto di Guangzhou.
L’ambasciata australiana a Pechino è stata informata dell’incriminazione formale, lunedì pomeriggio.
L’avvocato Rob Stary, che rappresenta Yang, ha confermato l’incriminazione del suo assistito, aggiungendo che la natura dell’accusa non è stata chiarita. Non è quindi possibile stabilire se l’incriminazione è relativa al lavoro di scrittore e blogger di Wang, o il suo attivismo pro democrazia, né è possibile stabilire per conto di quale Paese stesse svolgendo attività spionistiche e se la Cina sospetta che si trattasse dell’Australia.
Stary ha aggiunto che nel collegio legale c’è “particolare tensione”, dato che Yang, se condannato per spionaggio, rischia la pena di morte, confermando di aver chiesto che venga rappresentato dall’avvocato Julian McMahon, che ha difeso alcuni dei componenti dei ‘Nove di Bali’, condannati alla pena capitale.
Yang, cinese di nascita e naturalizzato australiano nel 2002, è stato un funzionario del dipartimento degli Esteri cinese, prima di lavorare nel settore privato a Hong Kong, e poi trasferirsi negli Stati Uniti e infine in Australia.
I ministro degli Esteri australiano, Marise Payne, ha espresso disappunto per l’incriminazione, ricordando che Yang è detenuto da sette mesi in dure condizioni senza poter vedere il suo avvocato o i familiari, e che le autorità cinesi non hanno fornito alcuna prova delle accuse a suo carico.
Payne, che ha discusso due volte del caso del cittadino australiano con la controparte cinese e ha scritto tre lettere al presidente del Consiglio statale Wang Li, ha espresso preoccupazione per le condizioni di Wang, ricordando che deve essere trattato conformemente alle disposizioni internazionali sui diritti umani.