ROMA - Nessuno scudo penale in arrivo, ma un meccanismo in base al quale – in casi come quello del carabiniere Luciano Masini, che la sera di Capodanno è intervenuto uccidendo un uomo che aveva accoltellato quattro persone – non ci sia l’iscrizione automatica nel registro degli indagati del militare.
È quanto affermano fonti di governo all’ANSA, sulla misura che sta studiando il ministero della Giustizia. Non si tratterebbe quindi di una “scriminante” o di una causa di non punibilità, né si interverrebbe sul diritto sostanziale, bensì sul codice di procedura penale. Inoltre, sembrerebbe che la misura non andrà nel ddl Sicurezza, che rimane la priorità.
Prima va approvato quello, poi si fanno altri passi, aveva detto in mattinata il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari.
L’ex ministro del Lavoro ed esponente Pd, Andrea Orlando, parla di “prove generali per uno Stato di polizia. I giornali di destra preparano il terreno, con ex politici e intellettuali già (sedicenti) di sinistra come testimonial”.
Anche secondo i Cinquestelle, lo scudo penale sarebbe “l’ennesimo inaccettabile ribaltamento del nostro ordinamento per mano di un centrodestra che procede sempre più attraverso improvvisazioni e colpi di testa”.
Secondo quanto affermato dai rappresentanti del Movimento nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia di Camera e Senato, “le leggi per tutelare il loro lavoro e la loro (degli agenti) integrità esistono già e devono essere applicate”.
Sul tema interviene con cautela anche Forza Italia, secondo cui “ragionamenti sullo scudo penale devono essere conseguenti a una ferma e piena condanna da parte di tutte le forze politiche per gli atti compiuti, completamente avulsi da forme di protesta civile e democratica”.
Come sottolinea Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, su casi come quello della morte di Ramy Elgaml, avvenuta dopo un drammatico inseguimento di cui sono stati divulgati i video, “non possono esserci ragionamenti filosofici: sarà la magistratura a fare il proprio lavoro, valutando i fatti, come già accaduto per altre drammatiche situazioni”.