CAGLIARI - Mentre si è completato l’ingresso a scuola per gli studenti di tutte le Regioni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato  a Cagliari per partecipare all’inaugurazione di un anno scolastico ricco di novità. 

“La scuola riparte. E con essa ripartono speranze ed emozioni, si riallacciano amicizie, si fanno nuovi incontri.  Il ritmo scolastico scandisce da sempre il calendario delle famiglie e rappresenta un momento di grande importanza per la vita dell’intera comunità nazionale. L’avvio dell’anno scolastico si ripete alla fine di ogni estate, ma in realtà è un momento sempre nuovo. Le ragazze e i ragazzi sono cresciuti, nel fisico e nella mente. Sono cambiati. I loro insegnanti, vecchi e nuovi, hanno arricchito le loro esperienze, si sono posti nuovi e più ambiziosi traguardi. Anche la società è andata avanti, tra problemi annosi e sfide del tutto nuove. La scuola è movimento. Non si ferma. è una strada su cui camminare insieme, giovani e adulti. è palestra, innanzitutto, di vita. Per le conoscenze, indispensabili, che trasmette. Per i valori, preziosi, che propone: fiducia, responsabilità, dialogo, accoglienza, rispetto. Trasmette cultura e conoscenza, forma professionalità e competenze, come è necessario in un mondo che reclama, sempre più, sapere e preparazione. La scuola educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, sviluppa il senso di comunità, fa sperimentare la convivenza”, ha detto il presidente della Repubblica parlando al Convitto nazionale “Vittorio Emanuele II” del capoluogo regionale sardo, accompagnato dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. 

“Talvolta, questo nostro tempo dominato dall’assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare che l’impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso - ha aggiunto Mattarella -. Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente. Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia”. 

“Il disagio giovanile è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l’impegno e i mezzi a disposizione - ha poi sottolineato il presidente della Repubblica -. Purtroppo, nonostante i tanti sforzi, bullismo e cyberbullismo, sono tuttora diffusi tra i nostri giovani. Occorre rinnovare un’azione rivolta a reprimere e prevenire, incidendo sulle cause profonde, frustrazione, mancanza di modelli positivi, paura del futuro, che provocano momenti così gravi e inaccettabili”. “Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili”, ha concluso il capo dello Stato.