ROMA - A Palazzo Chigi il Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno della riunione, tra le altre cose, il decreto Infrastrutture e il disegno di legge delega sui Livelli essenziali di prestazione (Lep) legati all’Autonomia differenziata. Sul tavolo anche la legge elettorale della Provincia di Trento, che consentirebbe il terzo mandato al presidente della Provincia autonoma (oggi, il leghista Maurizio Fugatti).

È stato approvato il decreto legge Infrastrutture, ha annunciato il Mit, sottolineando che si tratta di “un provvedimento urgente e strategico voluto dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, per imprimere una forte accelerazione alla realizzazione di infrastrutture chiave, ottimizzare la gestione dei contratti pubblici, assicurare l’efficienza del sistema dei trasporti e valorizzare il demanio, in linea con gli obiettivi del Pnrr e gli impegni europei”. Tra gli interventi norme che riguardano il ponte sullo Stretto, Milano Cortina 2026, GP Formula 1, Contratti pubblici, Autotrasporto, Motorizzazione civile, Concessioni autostradali, Ordinamento portuale, Demanio marittimo, Trasporto aereo e ferroviario. 

Il Cdm, a quanto si è appreso da più fonti, ha deliberato d’impugnare alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento, che ha portato da due a tre il limite dei mandati consecutivi per il presidente della Provincia. La delibera è arrivata dopo un confronto tra i ministri piuttosto dibattuto, e con il voto contrario di quelli della Lega. 

I nuovi docenti universitari saranno valutati ogni due anni, e queste valutazioni influenzeranno i fondi destinati agli atenei: chi assume i candidati migliori avrà più fondi. È quanto prevede la riforma delle modalità di accesso alla professione universitaria, presentata dalla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, approvata dal Cdm. Si prevedono percorsi di reclutamento più facili con l’autocertificazione, rafforzamento dell’autonomia universitaria, maggiore responsabilità degli atenei. Tra le novità che si introdurranno, lo Stato fisserà i requisiti minimi a livello nazionale, ma saranno le università a gestire le selezioni. Il Consiglio dei ministri, a quanto si è appreso, ha approvato il disegno di legge delega sui Lep legati all’Autonomia differenziata. 

Il via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge delega sui livelli essenziali delle prestazioni imprime una forte accelerazione sul recupero dei divari in tema di diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale. Un provvedimento che, stando alle parole del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, arriva “dopo quasi 24 anni di ritardi”. Il Ddl consta di 33 articoli e si compone di tre parti: una prima di tipo generale con i principi comuni a tutte le materie; una seconda, con i criteri declinati in funzione degli ambiti con Lep “quantificabili”, per cui verranno definiti costi e fabbisogni standard, e “non quantificabili”, per cui verranno comunque individuati parametri che consentano un monitoraggio; infine, un’ultima parte con le disposizioni finali e finanziarie, con lo scopo principale di confermare l’obbligo di osservare gli equilibri finanziari, salvaguardando e migliorando l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni da erogare. 

Numerosi gli ambiti di applicazione dall’istruzione al lavoro, dalla ricerca scientifica ai trasporti e all’ambiente. Per l’istruzione, ad esempio, il decreto fissa, in coerenza con quanto previsto dal Pnrr, le misure per la definizione della rete scolastica per la popolazione compresa nella fascia di età zero-18 anni. Questo al fine di individuare il numero più opportuno di istituti scolastici statali per ogni singola regione e quindi per fissare il numero adeguato di dirigenti scolastici e amministrativi. 

Per i trasporti ferroviari e su strada il decreto fissa paletti sulle garanzie agli utenti, anche in termini di natura informativa e risarcitoria, nei confronti dei gestori dei servizi e delle infrastrutture di trasporto. Il tutto salvaguardando le garanzie delle persone con disabilità nelle stazioni ferroviarie e degli autobus, senza dimenticare la fornitura dei servizi ai residenti nelle isole, anche minori, o in altre aree cosiddette “a fallimento di mercato”.

Sui temi ambientali il Ddl accende un altro faro sui cambiamenti climatici e sul contrasto ai fenomeni meteorologici estremi. Anche sulla qualità dell’aria, fissando in questo caso valori sulla concentrazione delle sostanze inquinanti nocive, comprese quelle emesse dagli impianti industriali. In cantiere anche il rafforzamento della governance del Servizio idrico, anche attraverso la realizzazione e la manutenzione di infrastrutture, incluso il trattamento delle acque reflue e il loro potenziale riutilizzo.