SYDNEY - Molly Ticehurst sapeva che il suo ex compagno l’avrebbe uccisa. Sei settimane prima di essere assassinata, la 28enne educatrice dell’infanzia aveva inviato un messaggio inquietante a un’amica: “Se finisco morta, è stato lui al cento per cento”. Nelle settimane precedenti, Daniel Billings, 30 anni, l’aveva minacciata, perseguitata, terrorizzata. Ora, in tribunale, il suo percorso di violenza è stato ricostruito nei dettagli.

Nel marzo 2024 Molly confidò alle autorità che Billings l’aveva violentata, intimidita, aveva sfondato il finestrino della sua auto e ucciso il suo cucciolo di bassotto. Raccontò che lui descriveva con precisione come l’avrebbe raggiunta nella notte, arrampicandosi dalla finestra: “Verrò in piena notte. Arriverò a te anche se fosse l’ultima cosa che faccio. La polizia non mi fermerà”.

Il 21 aprile 2024 Billings mantenne la minaccia. Secondo il documento di fatti concordati, impiegò appena 59 secondi per forzare l’ingresso nella casa di Molly a Forbes, accoltellarla quindici volte con un coltello da caccia e fuggire. L’uomo si è dichiarato colpevole dell’omicidio e di altri quattro reati, tra cui violazione dell’ordine di protezione e crudeltà verso animali. Dodici ulteriori accuse, tra cui vari episodi di violenza sessuale e stalking, sono state ritirate nell’ambito dell’accordo di colpevolezza.

La famiglia di Molly era presente in aula. La madre ha assistito in silenzio, visibilmente provata, mentre Billings compariva in video dalla sezione di massima sicurezza del carcere di Goulburn. L’imputato, con capelli raccolti in trecce e con i baffi, è rimasto impassibile, rispondendo solo per confermare di sentire l’udienza.

Il caso ha scatenato un’ondata nazionale di indignazione. Billings era in libertà su cauzione quando ha ucciso Molly, nonostante le numerose accuse di violenza domestica. La vicenda ha portato a importanti modifiche legislative nel NSW: i registrars, cancellieri giudiziari, non possono più concedere la libertà provvisoria in casi simili, è stato introdotto un nuovo livello di scrutinio per le richieste di cauzione legate alla violenza domestica e sono stati ampliati i requisiti di controllo elettronico per gli imputati.

Circa cinquanta residenti di Forbes si sono riuniti fuori dal tribunale indossando magliette con la scritta “She Matters”. La famiglia Ticehurst è stata accolta da un lungo applauso. Il padre Tony, in lacrime, ha detto: “Crollerei se provassi a dirvi come la ricorderò”.

Il caso tornerà in aula per l’incriminazione formale il 12 dicembre davanti alla Corte Suprema del NSW.