L’avviso, un documento di 16 pagine, contiene un elenco dettagliato di affermazioni concernenti la deputata ora seduta nei banchi degli indipendenti alla camera alta statale, tra cui quella con la quale  Pesutto l’avrebbe pubblicamente accusata di essere una simpatizzante e una associata a gruppi neonazisti, avendo, inoltre, utilizzato tale accusa per minacciarla e intimidirla di espulsione dal partito.

“Le accuse del signor Pesutto erano false e gravemente diffamatorie nei confronti della signora Deeming, in termini tanto personali che professionali e hanno procurato un grave danno alla sua reputazione”, si legge nell’avviso, ottenuto dalla agenzia stampa AAP.

“In conseguenza di tali azioni, la signora Deeming ha diritto a danni sostanziali.”

Pesutto ha sempre negato di aver accusato la deputata di essere una nazista o di avere simpatie verso i nazisti.

L’avviso afferma che il signor Pesutto è “responsabile della ripubblicazione" di affermazioni originate dalla sua dichiarazione ai media, tra queste: “Moira Deeming sostiene i suprematisti bianchi e i neonazisti”, e: “Moira Deeming si associa consapevolmente ai suprematisti bianchi e ai neonazisti”.

“Ciascuna di queste accuse è chiaramente riscontrabile tra le dichiarazioni fatte ai media, e ognuna di esse è, ovviamente e gravemente, diffamatoria nei confronti della signora Deeming".

Altri elementi accessori allegati all’avviso riguardano la partecipazione di Deeming al raduno Let Women Speak a Melbourne, la fallita mozione iniziale di espulsione avanzata da Pesutto, i verbali contestati della riunione del partito liberale, e una recente dichiarazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza nei confronti di donne e ragazze.

L’avviso è stato compilato dall’avvocato di Deeming, specialista in cause di diffamazione, Patrick George, e indirizzato a Peter Bartlett, socio di Melbourne dello studio legale Minter Ellison.

Per risolvere la controversia, George chiede a Pesutto di pubblicare una dichiarazione scritta di scuse nei confronti di Deeming sul suo sito web e su tutti gli account dei social media per la durata di 14 giorni, oltre a provvedere al risarcimento delle spese legali sostenute dalla sua cliente.

L’ufficio di Pesutto ha finora respinto le richieste di commento avanzate in merito dai media.