SEVERODVINSK (Russia) – Dopo una settimana di smentite, Mosca ha ammesso che, giovedì 8 agosto, si è verificato un incidente nucleare in una base militare che si trova nella regione di Arkhangelsk, nel nord della Russia.
“Sfortunatamente, gli incidenti avvengono. Queste sono tragedie. E’ importante ricordare gli eroi, che perdono la vita in questi incidenti”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Sulle voci di rischi per la popolazione locale Peskov ha detto di “non aver nulla da dichiarare”, spiegando che “in situazioni come questa le agenzie competenti fanno tutto il possibile per garantire la sicurezza dei cittadini della Federazione Russa”.
Gli osservatori internazionali hanno subito paragonato l’incidente al disastro della centrale nucleare di Chernobyl, avvenuto nel 1986, quando il governo russo cercò di tenere nascosta la portata dell’incidente. Fu solo quando le centrali nucleari svedesi rilevarono un insolito e cospicuo aumento della radioattività ambientale, che le autorità sovietiche si videro costrette ad ammettere la natura dell’incidente di Chernobyl. Quando si tratta di trasparenza la Russia di Vladimir Putin non ha fatto progressi rispetto all’Unione Sovietica. Per questo gli osservatori temono che un altro incidente nucleare potrebbe essere gestito con la stessa segretezza con cui era stato gestito il disastro di Chernobyl. Le informazioni ufficiali sull’incidente di giovedì scorso sono scarne e contraddittorie. Secondo il New York Times, l’esplosione potrebbe essere avvenuta durante un test missilistico e potrebbe trattarsi di “uno dei peggiori incidenti nucleari avvenuti in Russia dai tempi di Chernobyl”. L’incidente è avvenuto al largo delle coste di Nyonoksa, a circa 500 chilometri dal confine con la Finlandia. Non è chiaro se il test sia avvenuto su una piattaforma o una nave.
Nella giornata di giovedì, il ministero della Difesa russo aveva reso noto che due persone erano morte e sei erano rimaste ferite in un’esplosione causata da una perdita di carburante. Nelle stesse ore, le autorità della cittadina di Severodvinsk, situata 50 chilometri dal luogo dell’incidente, avevano detto che due rilevatori avevano registrato un aumento della radioattività atmosferica. L’annuncio, pubblicato sul sito del Comune, era poi stato rimosso. Ma nel frattempo gli abitanti della zona si erano affrettati a fare scorta di iodio, una sostanza che agisce sulla tiroide riducendo l’assorbimento di radiazioni.
Sabato scorso, l’agenzia atomica russa aveva confermato che l’esplosione era avvenuta a causa del malfunzionamento di “una fonte isotopica per un missile a carburante liquido”, senza però dare alcuna informazione sulla portata dell’incidente. Alcuni giornali russi avevano detto che il livello di radioattività era 200 volte più alto del normale, mentre Greenpeace, dopo avere analizzato dati del governo russo, aveva riferito che nella città di Severodvinsk la radioattività era aumentata di circa 20 volte. Nel frattempo il bilancio delle vittime dell’incidente è salito a sette, fra cui cinque scienziati, che l’agenzia atomica russa ha definito “eroi nazionali”, proprio come era accaduto ai tempi di Chernobyl e in altre situazioni simili.
Secondo fonti dell’intelligence americana, l’esplosione potrebbe aver coinvolto un missile a propulsione nucleare di tipo Burevestnick/Skyfall. L’ipotesi sarebbe rafforzata da alcuni immagini satellitari, scattate proprio l’8 agosto e in cui si vede una nave militare russa al largo di Nyonoksa. La stessa nave era stata avvistata in passato, durante un test dello stesso tipo.