CANBERRA - La necessità del piano di Peter Dutton di ricorrere al gas per colmare il divario di energia mentre vengono realizzate le centrali nucleari, e la frenata imposta alle rinnovabili, richiederebbe un’espansione dell’uso gas dal costo di 70 miliardi, equivalente a cinque volte l’attuale produzione annua.

In precedenza Dutton aveva detto che avrebbe rilasciato i dettagli durante la pausa parlamentare di metà inverno, per poi rinviare al periodo che precede Natale, infine, questa settimana, ha affermato che sarebbero stati resi di pubblico dominio “a tempo debito, nel momento da noi scelto”.

La Coalizione ha preso l’impegno elettorale di costruire sette reattori nucleari nei siti delle centrali a carbone dismesse, impianti che dovrebbero divenire operanti verso la metà della prossima decade.

La realizzazione delle centrali nucleari dove sorgevano quelle a carbone consentirebbe di fare a meno di realizzare 28mila chilometri di nuove linee di trasmissione e annessi tralicci con ovvio risparmio, infrastrutture che, secondo Dutton, “distruggeranno terreni agricoli e parchi nazionali”.

L’assenza di questa capacità di trasmissione si tradurrebbe in un minor numero di progetti solari ed eolici, ampliando il deficit previsto nella produzione di elettricità con la chiusura delle centrali a carbone.

Il ministro dell’Energia Chris Bowen ha affermato che il gas ha un ruolo importante da svolgere nella futura rete energetica, ma non nella misura con la quale la Coalition intende farvi ricorso.

“Secondo il nostro piano, le centrali elettriche a gas rimarranno di riserva e verranno attivate sempre meno frequentemente. Secondo il loro piano, con molte meno fonti rinnovabili nel sistema, dovrebbero fare affidamento su quel gas molto, molto di più. Ciò è dannoso per le emissioni, negativo per i costi e negativo per l’affidabilità”.

Il portavoce dell’opposizione per l’Energia, Ted O’Brien, ha criticato Bowen per aver commissionato il rapporto: “Sta usando le risorse del governo per attaccare una politica dell’opposizione che non è stata ancora resa pubblica. Nel frattempo i prezzi salgono alle stelle, c’è il rischio di blackout e le emissioni aumentano”.

La scorsa settimana a Darwin, il ministro ombra per le Risorse Susan McDonald ha confermato che ci sarà una forte espansione nell’utilizzo del gas con un futuro governo della Coalizione, che cercherà di incentivare una maggiore esplorazione e produzione.

“La Coalizione vede un futuro chiaro per il settore del gas e siamo determinati a immettere sul mercato una quota maggiore delle nostre abbondanti riserve di gas”.

Il Partito laburista ha approfittato della mancanza di dettagli nella politica nucleare della Coalizione per elaborare la propria analisi delle conseguenze utilizzando dati normativi e dipartimentali.

Secondo l’analisi, soddisfare la domanda di energia tramite 6.081 PJ in più di gas costerebbe 14,4 miliardi di dollari per nuove centrali elettriche, 2,3 miliardi di dollari in altri costi e 53 miliardi di dollari in bollette del gas.