MELBOURNE - Gli ambiziosi programmi infrastrutturali decisi dai governi del Victoria e del New South Wales non saranno sufficienti per evitare un peggioramento del problema della congestione nelle grandi città, che sta costando all’Australia decine di miliardi di dollari.
Lo sostiene Infrastructure Australia in un rapporto in cui ha esaminato il fabbisogno infrastrutturale del Paese, dagli acquedotti alle strade e al sistema dei trasporti pubblici. Il documento rivela, ad esempio, entro i prossimi 12 anni il costo per il Paese  in termini di perdita di produttività derivato dalla mancanza di infrastrutture dovrebbe salire a quota 38,8 miliardi di dollari. 
“I bisogni di Grandi opere sono in rapida crescita, anche perché l’economia australiana si sta sempre più urbanizzando. Se non continuiamo sulla strada di investimenti sempre più sostanziali i costi della congestione urbana raddoppieranno”,  ha detto il direttore esecutivo di Infrastructure Australia, Romilly Madew.
Il rapporto indica anche quali sono le aree delle principali città che corrono maggiormente il rischio di una paralisi. A Sydney il tratto stradale più congestionato sarà quello di quattro chilometri tra North Sydney e il centro cittadino: secondo le stime, gli automobilisti passano l’84% del tragitto in coda, con ritardi medi di 20 minuti. Altre strade molto trafficate sono il tratto tra Mount Druitt e Westmead sulla M4, e la parte della M5 tra Liverpool e l’aeroporto di Sydney. A Melbourne, la strada più congestionata è la Hume Freeway tra Donnybrook e la circonvallazione M80, con code ogni giorno di quasi 40 minuti. Stessa situazione anche tra Gisborne South e la Tullamarine Freeway, e da Epping al CBD, passando da High Street.