MELBOURNE - La crisi abitativa sta modificando in modo profondo il modo di vivere di molti australiani, costretti a rinunciare anche ai bisogni essenziali per riuscire a pagare affitto o mutuo.

Secondo un sondaggio condotto dal gruppo Everybody’s Home, sempre più persone riducono spese fondamentali come cibo, riscaldamento e cure sanitarie per far quadrare i conti a fine mese.

L’indagine, che ha coinvolto 1.100 interpellati, mostra come i sacrifici siano ormai diffusi e sistematici. La rinuncia più comune riguarda i consumi energetici: circa la metà degli intervistati limita l’uso di riscaldamento e aria condizionata per contenere le spese legate alla casa. Il 42 per cento ha saltato visite mediche, il 38 per cento ha ridotto l’uso dell’auto, mentre il 30 per cento ha fatto ricorso a carte di credito o formule “compra ora, paga più tardi” per riuscire a coprire i costi abitativi. Un terzo degli intervistati ha inoltre dichiarato di essere in difficoltà o in ritardo nel pagamento delle bollette energetiche nell’ultimo anno.

Tra le testimonianze raccolte c’è quella di Meg, 38 anni, che vive a Newcastle, nel New South Wales. Dopo aver pagato l’affitto, racconta di potersi permettere solo pasti minimi come toast e noodles istantanei, rinunciando spesso a frutta e verdura fresca. Anche le visite mediche e dentistiche vengono rimandate. “Il dentista è uno dei problemi principali: i nostri denti stanno andando in rovina”, ha detto, spiegando che alimentazione e salute non sono più una priorità possibile. Meg vive in una vecchia casa in legno, priva di isolamento, con buchi nel soffitto e nel pavimento, dove il caldo e il freddo estremi rendono la vita quotidiana ancora più difficile.

La portavoce di Everybody’s Home, Maiy Azize, ha parlato di storie “struggenti”, sottolineando come simili rinunce non dovrebbero essere normali in un Paese ricco come l’Australia. Tra i racconti emersi dal sondaggio, c’è chi limita le docce a una volta a settimana o fa il bucato una sola volta al mese per risparmiare, e chi soffre dolori fisici aggravati dalle temperature estreme all’interno di abitazioni mal isolate.

Azize ha chiesto l’introduzione di standard minimi obbligatori per gli affitti, evidenziando che il 90 per cento degli intervistati vive in case senza isolamento delle pareti esterne. Senza regole di base sull’efficienza energetica, ha avvertito, le famiglie continueranno a pagare bollette elevate e a vivere in abitazioni che incidono negativamente sulla salute.

Secondo Everybody’s Home, anche i piani federali per ridurre il costo dell’energia dovrebbero includere interventi concreti sull’efficienza delle case e sull’applicazione di requisiti minimi per gli alloggi in affitto.