ROMA - Con 81 voti favorevoli, 37 contrari e nessun astenuto, il Senato ha approvato il ‘Decreto cittadinanza’, quel decreto legge che introduce nuove regole in materia di cittadinanza per discendenza, modificando l’attuale applicazione dello ius sanguinis.
Il testo, già in vigore dalla fine di marzo dopo il via libera del Consiglio dei Ministri, è stato approvato nella versione presentata dalla commissione Affari Costituzionali e ora passa alla Camera per la definitiva conversione in legge, prevista entro il 27 maggio.
La norma rappresenta una significativa revisione della legge n. 91 del 1992: pur mantenendo il principio del riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza, limita l’automaticità del diritto solo ai discendenti entro il secondo grado.
In pratica, sarà cittadino italiano dalla nascita chi ha almeno un genitore o un nonno (ascendente di primo grado dei genitori) nato in Italia o che vi abbia risieduto per almeno due anni continuativi prima della nascita o adozione. I figli di italiani continueranno a ricevere la cittadinanza automatica se nati in Italia.
Il senatore del Pd, Francesco Giacobbe, eletto nella Circoscrizione Estero-Africa, Asia, Oceania e Antartide, intervenendo dopo il voto finale ha dichiarato che l’approvazione di questo decreto “rappresenta uno dei più gravi atti di rottura tra lo Stato italiano e le sue comunità nel mondo. Un provvedimento miope, sbagliato e, soprattutto, incostituzionale, che sarà inevitabilmente oggetto di una valanga di ricorsi e impugnazioni”.
“Questa legge spezza la catena di discendenza, limita il diritto di cittadinanza a una sola generazione e condanna le nostre comunità nel mondo all’estinzione. Tutto ciò che in passato hanno rappresentato in termini culturali, finanziari e di promozione del sistema Italia non esisterà più”, ha affermato con forza il senatore.
Sulla stessa linea anche il deputato Pd, Nicola Carè, eletto nella medesima circoscrizione estera che ha assicurato: “Non staremo a guardare mentre si cerca di cancellare la dignità, la storia e l’identità degli italiani nel mondo. Difendere i nostri connazionali all’estero significa difendere l’Italia tutta”.