ROMA - Il disegno di legge costituzionale presentato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il 13 giugno 2024 e approvato oggi in prima lettura alla Camera, ha l’obiettivo, per la prima volta nel Paese, di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti, attraverso la modifica del Titolo IV della Costituzione.
La riforma ha carattere costituzionale quini, per entrare in vigore, ha bisogno di ottenere un doppio sì su identico testo dai due terzi di Camera e Senato a un intervallo non inferiore a tre mesi. Il testo, composto da otto articoli, prevede lo sdoppiamento del Consiglio superiore della magistratura dando vita a due distinti organi di autogoverno, ossia il Csm giudicante e il Csm requirente.
Secondo quanto previsto dalla riforma, la presidenza di entrambi gli organi resta attribuita al presidente della Repubblica, mentre sono membri di diritto del Csm giudicante e del Csm requirente, rispettivamente, il primo presidente della Corte di Cassazione e il procuratore generale della Corte di Cassazione.
Gli altri componenti sono estratti a sorte, per un terzo da un elenco di professori e avvocati compilato dal Parlamento in seduta comune e, per i restanti due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti.
Si prevede, inoltre, che i vicepresidenti di ciascuno degli organi siano eletti fra i componenti sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento. In questo modo i magistrati non hanno più diritto di voto.
Un’altra novità è rappresentata dall’istituzione dell’Alta Corte disciplinare, che sottrae al Csm la giurisdizione disciplinare nei confronti dei magistrati ordinari.
Questa nuova Alta Corte sarà composta da 15 giudici. Di questi, tre saranno nominati dal presidente della Repubblica tra professori ordinari di università in materie giurdiche e avvocati con almeno 20 anni di professione, tre saranno estratti a sorte da un elenco compilato dal Parlamento in seduta comune, sei saranno estratti a sorte tra i magistrati giudicanti in possesso di specifici requisiti e gli ultimi tre saranno estratti tra i magistrati requirenti in possesso di specifici requisiti.
Il presidente è eletto tra i giudici nominati dal presidente della Repubblica o dal Parlamento.
Sarebbe prevista anche la possibilità di impugnare le decisioni dell’Alta Corte dinnanzi alla stessa Corte, che giudica, però in una composizione differente.