BELGRADO – Gli studenti che da sabato scorso sono mobilitati in nuove proteste antigovernative a Novi Sad, nel nord della Serbia, hanno prorogato il blocco del ponte della Libertà sul Danubio, chiuso alla circolazione da quando decine di migliaia di persone hanno invaso la città in una grande manifestazione contro il governo in occasione dei tre mesi trascorsi dal crollo alla stazione di Nov Sad, il primo novembre, con un bilancio di 15 morti.
Altri due ponti sul Danubio erano rimasti bloccati per alcune ore nel pomeriggio di sabato. Tanti gli studenti impegnati nella protesta che hanno trascorso la notte in vari punti della città, organizzando per riscaldarsi giochi di squadra, canti e altre iniziative. In segno di solidarietà gli abitanti di Novi Sad hanno portato loro coperte, bevande calde, panini e dolci.
Solidarietà hanno mostrato anche i tassisti di Belgrado, che a centinaia sono affluiti a Novi Sad per dare appoggio agli studenti e riportare gratis nella capitale i tanti giovani recatisi nel fine settimana in bicicletta e anche a piedi a Novi Sad per partecipare alle proteste. Manifestazioni antigovernative si sono tenute anche a Belgrado e in altre città, tra cui Jagodina e Sabac, Nis. In alcuni casi si è ripetuto il blocco di ponti come avvenuto a Novi Sad.
L'organizzazione che raggruppa le varie sezioni di avvocature del Paese ha intanto deciso di interrompere nuovamente l'attività professionale per un periodo di 30 giorni in appoggio al movimento degli studenti. Una prima astensione dal lavoro degli avvocati, per il periodo di una settimana, si era tenuta in gennaio. Finora le nuove proteste si sono svolte pacificamente e non si sono registrati incidenti di rilievo.
Il presidente Aleksandar Vucic da parte sua ha ribadito il no a un governo tecnico di transizione, come richiesto dall'opposizione, sostenendo che – dopo le dimissioni del premier Milos Vucevic – le alternative sono due: o un nuovo governo regolare sulla base di una rinnovata maggioranza parlamentare o nuove elezioni.