MILANO - Genoa-Torino rinviata. Ma piu’ che una regola, sara’ l’eccezione. Il Consiglio di Lega si e’ alla fine pronunciato per lo slittamento a data da destinarsi della gara in programma sabato a Marassi: il focolaio divampato in casa rossoblu’, con i calciatori positivi al Covid saliti a 12 visto che anche Destro risulta fra i contagiati, ha spinto la Lega a pronunciarsi per il rinvio.

“L’unica strada alternativa era rinviare, sarebbe stato un brutto spot per il calcio schierare una Primavera contro una squadra di Serie A - ha tirato un sospiro di sollievo il presidente del Grifone, Enrico Preziosi - E’ prevalso il buon senso e poi si decideranno le regole”.
“Chiunque al nostro posto avrebbe pensato da subito a un rinvio - gli fa eco il ds Daniele Faggiano - E’ stato il pensiero di tutti rinviare la partita. Noi non avevamo preclusioni, come non ne avevamo a Napoli, tanto che siamo partiti alle 7 di mattina perche’ volevamo la sicurezza nostra e degli altri”.

Del resto la stessa Asl3 ha vietato qualsiasi allenamento, riservandosi il via libera per le successive sessioni - da svolgere sempre a piccoli gruppi - una volta avuti i risultati dei nuovi tamponi.

“Essendo venuti fuori lunedi’ dei casi secondari, abbiamo dovuto valutare piu’ attentamente questo gruppo di calciatori risultato positivo al Covid-19, per evitare nuovi casi secondari, per tutelare i giocatori e chi viene in contatto con loro”, ha sottolineato Maura Ferrari Bravo, direttore igiene e sanita’ pubblica della Asl3.

“Seppur determinati nel portare avanti le competizioni sportive, il nostro agire e’ sempre ispirato, prima di tutto, alla tutela della salute dei tesserati e a limitare la diffusione del virus - sono state le parole a riguardo di Gabriele Gravina, presidente della Figc - La decisione della Lega di Serie A sulla linea di condotta in caso di indisponibilita’ di calciatori a causa del Covid va letta proprio in questo senso”. Ma in futuro, dovesse presentarsi una situazione simile, il Genoa dovra’ scendere in campo.

La Lega di A, infatti, ha deciso di adottare la norma Uefa per cui, con 13 giocatori disponibili - 12 piu’ un portiere - si va in campo. Solo una volta all’anno un club con almeno 10 positivi nell’arco di una settimana potra’ chiedere di non giocare, per cui il Genoa si e’ gia’ giocato il suo jolly.

Sara’ soddisfatto il presidente del Torino, Urbano Cairo, che prima ancora che la decisione del rinvio venisse ufficializzata sottolineava la necessita’ di una norma univoca, da adottare per tutto il campionato.

Ma le norme non bastano. “Credo sia saggio coordinarsi e prepararsi visto che nei prossimi mesi, speriamo di no, la situazione potrebbe peggiorare - il monito di Maurizio Casasco, presidente della Fmsi - I protocolli devono essere aggiornati in base alle nuove evidenze scientifiche, in continua evoluzione, sia nel mondo del professionismo ma anche in quello dilettantistico. Va bene giocare per tutelare gli introiti da diritti tv ma se ci si infetta tutti il campionato non prosegue lo stesso”.

Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, ha comunque ribadito che al momento “il rischio di sospensione del campionato non c’e’, perche’ il problema riguarda un’unica squadra” ma per il futuro si sta pensando anche a un Comitato Tecnico Medico di supporto al Cda della Lega.

“Tutto quello che serve a migliorare la situazione credo sia il benvenuto - ha osservato la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa - Credo sia giusto che la Federazione discuta di come migliorare la questione, e’ evidente pero’ che qualunque organismo poi deve tutelare prima di tutto la salute dei giocatori e poi quella collettiva”.