ADELAIDE - Giuseppe Cavuoto di anni ne ha 90 e la sua Tina, nata Maria Concetta, ne ha 95. Il 30 aprile del 1950 si sono sposati, a Benevento.
Lo scorso giovedì hanno quindi celebrato ben settant’anni di matrimonio e non è mancata la festa, a misura di COVID-19.
Tina infatti da quattro anni vive in una struttura per anziani, la Bene Aged Care, a Campelltown. In questo periodo non possono incontrarsi di persona, per via delle disposizioni della struttura in rispetto delle norme dettate dall’emergenza sanitaria in corso, normalmente Giuseppe la va a trovare tutti i giorni e tutti i giorni pranza con lei.
Ieri però, fedele più che mai al suo amore, Giuseppe ha organizzato una festa, alla presenza dei figli e di pochi invitati: Tina, la sposa, all’interno della struttura, da dietro un vetro, Giuseppe, lo sposo, all’esterno, con invitati e prete, vestito di tutto punto, emozionatissimo.
Per le loro nozze di platino hanno ricevuto persino le congratulazioni dalla regina Elisabetta II, oltre che dal governatore generale d’Australia David Hurley e dal console d’Italia in South Australia Adriano Stendardo.
Tina e Giuseppe hanno rinnovato i loro voti matrimoniali, durante una toccante cerimonia. Il settantesimo di nozze non è un traguardo da poco: persino sul breviario, la formula arriva fino al sessantesimo anniversario.
Giuseppe ha raccontato che quando ha incontrato Tina, per caso, era amico del fratello, è stato un colpo di fulmine: “Davanti a lei tremavo come un polletto, appena mi vide mi fulminò - ci ha raccontato con simpatia -; mia moglie era come se avesse un magnete per me”.
“La prima volta che siamo andati al cinema assieme a vedere, guarda un po’, Giulietta e Romeo, ci siamo scambiati il primo fugace e casto bacio. Per tornare a casa, ho camminato 11 chilometri, di notte, e mi sembrava di volare tanto ero contento, a differenza di mio padre che mi aspettava a casa furioso per l’ora tarda, perché erano quasi le quattro del mattino!”.
Giuseppe era talmente rapito che al suo paese, Ripabianca, una frazione di Benevento, ‘la città delle streghe’, pensavano fosse addirittura posseduto da un incantesimo.
Quando decisero di sposarsi, Giuseppe aveva solo vent’anni, a quei tempi ancora minorenne, e aveva quindi bisogno del permesso del padre che, pensando fosse sotto l’effetto di una magia, non glielo concesse.
Il figlio innamorato non si perse d’animo e chiese il permesso alla Repubblica di Napoli. Allo stesso tempo, l’allora fidanzata Tina decise di rivolgersi invece al potere divino e andò addirittura a parlare con Padre Pio, quando ancora non era in aria di santità. E proprio da Padre Pio ricevette la benedizione che con ironia disse a Tina: “Se si sono sposati i vostri genitori, vi sposerete anche voi”.
E così fu: permesso accordato dalla Repubblica di Napoli e nozze celebrate, alla presenza di pochissime persone, proprio il 30 aprile: “Non maggio, perché per le credenze del tempo sposarsi a maggio, nel mese della Madonna, non era appropriato”.
Nel 1954 i due sposi, che all’epoca avevano già due figli, Nicola e Domenico, nati in Italia, sono partiti alla volta dell’Australia, dove ebbero altri tre figli, Diana, Maddalena e Ivano. E vissero felici e contenti.
Giuseppe ha lavorato per le ferrovie, Tina era sarta. Ancora oggi si amano come un tempo e Tina, che ora non vive più con il suo Giuseppe, è più gelosa che mai.
Lui la coccola, la corteggia, le scrive poesie, trascorre con Tina, “il cuore del suo cuore”, tutto il tempo possibile.
Ieri la cerimonia non era tanto diversa da quel lontano 30 aprile di settant’anni fa: ieri come allora è stato molto particolare e, per circostanze diverse, gli invitati erano pochi.
Ieri come allora si è festeggiato con biscotti e caffè.
Il segreto del matrimonio?
La nonna di Giuseppe, Angela, gli ha rivelato il segreto, bastano due parole: “Sì, cara”.
Cos’hanno trasmesso ai figli?
Giuseppe risponde sicuro: “L’importanza della comunicazione”.
In cosa è speciale la sua Tina?
“L’aver sempre mantenuto l’armonia familiare, malgrado la vita impegnata, l’essere riuscita a creare un perfetto equilibrio tra famiglia e lavoro”.
Ieri non sono mancate nemmeno le bomboniere, Tina si è tanto raccomandata con Giuseppe: “Cerca di fare qualcosa per chi parteciperà al nostro sposalizio”.