ROMA - Un autunno alle urne per sette Regioni, ma nessun election day: da fine settembre fino a novembre i cittadini saranno chiamati, quasi a weekend alterni, a rinnovare sette consigli regionali e altrettanti presidenti.  

A Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto, che finita l’estate andranno al voto a scadenza naturale, si è aggiunta la Calabria, dopo le dimissioni presentate dal governatore Roberto Occhiuto, che ha scelto di chiedere agli elettori di rinnovargli o meno la fiducia dopo l’inchiesta che lo vede indagato per corruzione. 

“Oppositori, sciacalli e odiatori hanno tifato continuamente per il fallimento della Calabria, e non solo per bloccare me. Adesso sceglieranno i calabresi se il nostro lavoro dovrà proseguire o meno”, ha dichiarato, annunciando la scelta.  

In un’intervista ha poi spiegato di aver deciso le dimissioni perché “il rischio di restare immobili per un anno era alto”, e ha aggiunto di essere consapevole che “ci sarà qualcuno che adesso vorrà gettarmi fango addosso”, ribadendo di preferire che i calabresi vadano alle urne “avendo negli occhi il lavoro fatto negli ultimi quattro anni”. 

Ad aprire le danze saranno le Marche e la Valle d’Aosta. 

L’ultimo fine settimana di settembre, domenica 28 e lunedì 29, i marchigiani saranno chiamati a scegliere tra il presidente uscente e ricandidato del centrodestra, Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia), e l’ex sindaco di Pesaro ora europarlamentare del Pd, Matteo Ricci, sostenuto dal centrosinistra con il Movimento 5 Stelle che ha confermato l’appoggio nonostante l’inchiesta che coinvolge l’esponente dem. 

Anche i valdostani si recheranno ai seggi a distanza di una settimana, e domenica 5 e lunedì 6 ottobre, toccherà ai calabresi. Qui il centrodestra conferma Occhiuto, mentre il centrosinistra – colto un po’ alla sprovvista dal voto – deve ancora scegliere lo sfidante.  

I 5 Stelle puntano su Pasquale Tridico, europarlamentare pentastellato ed ex presidente dell’Inps, ma i giochi non sono ancora chiusi. Anche Avs rivendica la possibilità di esprimere un proprio candidato. 

La settimana successiva, 12 e 13 ottobre, urne aperte per i cittadini della Toscana, dove il governatore uscente e ricandidato Eugenio Giani ha indetto pochi giorni fa i comizi.  

Se il centrosinistra si è ricompattato proprio sul presidente attualmente in carica, esponente del Pd, con il via libera dei 5 Stelle arrivato solo al termine di una consultazione online degli iscritti regionali, il centrodestra è ancora alle prese con la scelta dello sfidante, anche se sembra profilarsi la candidatura di Alessandro Tomasi, di FdI, sindaco di Pistoia. 

Restano invece ancora da fissare le date delle elezioni in Puglia, Campania e Veneto: il Consiglio di Stato ha indicato come termine ultimo il 23 novembre.  

Esclusa la prima domenica di novembre, che coincide con la commemorazione dei defunti, il Veneto potrebbe andare al voto tra metà e fine novembre, stesse date ipotizzate anche per le due regioni del Mezzogiorno. 

Siglata la tregua tra il governatore campano uscente De Luca e il Pd, dopo un lungo incontro prima con Giuseppe Conte e poi con Elly Schlein, si profila la candidatura di Roberto Fico, esponente di punta M5s ed ex presidente della Camera, sul quale dovrebbero convergere tutte le forze di opposizione. 

Per il centrodestra la scelta resta incerta. In campo c’è il nome del viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli (FdI), ma Forza Italia vedrebbe di buon occhio un candidato civico, ed è spuntato il nome di Giosy Romano, avvocato e commissario del Consorzio Asi di Napoli.  

Bandolo della matassa ancora da trovare anche in Veneto, dove la vittoria delle forze di maggioranza è data quasi per scontata ma la partita resta aperta. Resta il nodo del governatore leghista uscente, che punta a presentare una propria lista rivendicando in dote 12-13 consiglieri eletti per il centrodestra.  

La lista Zaia è sostenuta dal segretario Salvini, ma lascia perplessi gli alleati di FI e FdI. Un primo vertice tra i leader, tenutosi prima della pausa estiva, non è servito a fugare i dubbi e si dovrà attendere settembre per entrare nel vivo del dossier. Il centrosinistra dovrebbe schierare Giovanni Manildo, avvocato ed ex sindaco Pd di Treviso, ma nulla è ancora ufficiale. 

Al voto in autunno anche la Puglia, dove il centrosinistra affronta una questione analoga a quella del centrodestra in Veneto: se infatti la candidatura di Antonio Decaro, europarlamentare del Pd ed ex sindaco di Bari, è data quasi per fatta, resta ancora da dirimere il tema delle possibili liste del governatore uscente Michele Emiliano. La sua candidatura al consiglio regionale fa storcere il naso ai 5 Stelle ma anche allo stesso Decaro, che di conseguenza non ha ancora sciolto la riserva. Due figure considerate da più parti nel centrosinistra come “troppo ingombranti”.  

Il centrodestra non ha ancora scelto lo sfidante: nelle ultime settimane è circolato il nome del deputato azzurro Mauro D’Attis, ma qui per il centrodestra le speranze di vittoria sono molto flebili.