WASHINGTON - Perde quota l’ipotesi che Vem Miller (il quarantanovenne arrestato a Coachella, in California, dopo aver provato a introdursi a un comizio di Donald Trump con un accredito falso) intendesse attentare alla vita dell’ex presidente. L’arma e le munizioni trovate nell’auto di Miller, un estremista di destra, sarebbero servite per la sua sicurezza personale, come ha spiegato lui stesso ai media, dichiarandosi un sostenitore del tycoon.   

E lo stesso Secret Service ha escluso che la vita del candidato repubblicano sia stata in pericolo, contraddicendo quanto affermato in precedenza dallo sceriffo della contea di Riverside, che aveva parlato di un terzo attentato sventato.  

Miller, residente a Las Vegas, era stato intercettato dalla polizia a un posto di blocco a circa mezzo miglio dall’ingresso del comizio poco prima che iniziasse, ha fatto sapere la polizia. Il sospetto è stato arrestato perché aveva con sé un fucile carico, un caricatore ad alta capacità e documenti falsi. Dopo essere stato trattenuto per circa otto ore, Miller è stato rilasciato dopo aver pagato una cauzione da 5 mila dollari. Dovrà comparire di nuovo davanti alla giustizia il prossimo 2 gennaio.  

“L’incidente non ha avuto ripercussioni sulla sicurezza dell’ex presidente Trump o dei partecipanti all’evento”, ha detto l’ufficio dello sceriffo della contea di Riverside, Chad Bianco, in un comunicato, successivo alla conferenza stampa nella quale Bianco aveva sollevato l’ipotesi dell’attentato, poi ritrattata come “speculazione”. “Quello che sappiamo è che si è presentato con più passaporti con nomi diversi, un veicolo non immatricolato con una targa falsa e armi da fuoco cariche”, ha aggiunto Bianco.   

Il Secret Service ha rilasciato, da parte sua, una nota nella quale spiega che l’arresto non ha avuto ripercussioni sulle operazioni di protezione. L’ufficio di Los Angeles del procuratore degli Stati Uniti ha infine affermato, citando il Secret Service, che Trump non era in pericolo ma che è comunque in corso un’indagine.  

Miller ha dichiarato ai media statunitensi di essere un sostenitore di Trump che aveva acquistato le armi per la propria sicurezza e aveva informato la polizia a un posto di blocco che si trovavano nel bagagliaio della sua auto. “Queste accuse sono una stronzata totale”, ha affermato Miller, dettosi “sorpreso” dal suo arresto. “Sono un artista, sono l’ultima persona che causerebbe violenza e danni a chiunque”. Bianco ha spiegato che Miller si considera un “cittadino sovrano”, ovvero non soggetto ad alcuno statuto governativo senza il suo consenso. Secondo lo sceriffo, i documenti falsi erano stati sufficienti a ritenere l’uomo un potenziale pericolo per la sicurezza del raduno.  

Miler, che nel 2022 si era candidato alle primarie per un posto al parlamento statale del Nevada ma non ce l’aveva fatta, durante la sua campagna aveva spiegato al Las Vegas Reviews-Journal di aver deciso di correre per “salvare il Paese dalla tirannia”.   

Secondo i media locali, gestisce un sito, ‘The America Happens Network’, il cui motto è “Rabbia contro l’informazione mainstream”. Su Linkedin, Miller scrive di sé: “Ho lavorato per più di vent’anni come giornalista investigativo, documentarista e producer. Ho visto i nostri diritti portati via, mentre il potere del governo cresce. Ho visto piccole attività e la classe media schiacciata. Ho visto politici illegali e politici che si muovono come dittatori. Ho visto anche come il potere del denaro fluisce attraverso la politica e come la classe politica non lavora più per Noi il Popolo”. “La visione dei Padri fondatori era che i nostri politici fossero servitori pubblici e non una élite che si alimenta a spese della classe media e di coloro che sono vulnerabili”, continua Miller.