WASHINGTON - Il direttore dell’FBI, Christopher Wray, ha informato i dipendenti del bureau che intende dimettersi a gennaio, riferiscono i media statunitensi. Il Presidente eletto Donald Trump ha annunciato la nomina del suo fedelissimo Kash Patel per sostituire Wray come capo dell’FBI.  

Parlando delle dimissioni di Christopher Wray, Donald Trump ha commentato sul suo social network Truth: “È un grande giorno per l’America perché porrà fine alla strumentalizzazione di quello che è ormai noto come il Dipartimento dell’Ingiustizia americano”. Il tycoon ha ricordato che “sotto la guida di Christopher Wray, l’FBI ha illegalmente perquisito la mia casa”, riferendosi alla perquisizione della sua residenza a Mar-a-Lago, in Florida, nell’agosto 2022. 

L’operazione aveva permesso il sequestro di documenti classificati portati via dall’ex Presidente dopo la sua partenza dalla Casa Bianca. Era perseguito per aver compromesso la sicurezza nazionale conservando tali documenti, tra cui piani militari o informazioni sulle armi nucleari, invece di consegnarli agli archivi nazionali come richiesto dalla legge. 

Il ministro della Giustizia dell’amministrazione democratica uscente, Merrick Garland, ha invece elogiato l’azione di Christopher Wray che ha servito gli Stati Uniti “onestamente e con integrità per decenni, inclusi sette anni come direttore dell’FBI sotto Presidenti di entrambi i partiti”, ha dichiarato.  

“Il direttore dell’FBI ha la responsabilità di preservare l’indipendenza dell’agenzia da interferenze improprie nelle sue indagini”, ha sottolineato Garland in un comunicato, giudicando questa indipendenza “essenziale per la protezione dello Stato di diritto e delle libertà che ci sono care”. 

Donald Trump aveva, durante il suo primo mandato, nominato Christopher Wray per succedere a James Comey, diventato la sua bestia nera per aver indagato sui suoi presunti legami con la Russia, accusata di interferenza nella sua elezione nel 2016. Ma l’indagine dell’FBI sull’assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori di Donald Trump il 6 gennaio 2021 ha reso l’istituzione un bersaglio per attacchi senza precedenti.