PECHINO - Si è aperto ieri a Pechino il XX Congresso del Partito Comunista Cinese, un momento delicatissimo per la vita della seconda più grane economia del mondo e che avrà il compito non solo di rinnovare i vertici del governo della Repubblica Popolare, ma anche quello di indicare gli obbiettivi da centrare nel prossimo quinquennio. Teatro di feroci scontri politici e giochi di potere, il congresso del partito comunista potrebbe avere anche esiti imprevedibili, anche se, secondo l’opinione comune, è molto probabile che l’attuale leader Xi Jinping, che nel 2018 è riuscito a far abolire il vincolo dei due mandati, possa diventare il primo presidente  che ha guidato la Cina per tre turni consecutivi. A deciderlo saranno 2300 delegati provenienti da tutta la nazione che si riuniranno nella Grande Sala del Popolo in piazza Tiananmen fino al 22 ottobre per scegliere, a nome dei cittadini, il Comitato centrale del Partito che a sua volta nominerà i 25 membri del politburo e la cerchia ristretta che siede nel suo comitato perma-nente.  Se, come è probabile, Xi si ritroverà alla guida del Paese, ad attenderlo ci sarà il compito non facile di gestire una incombente crisi economica e una ancora più difficile situazione internazionale, a partire dalla questione delicatissima di Taiwan. Senza scordare l’obiettivo imprescindibile fissato dal partito in vista del del centenario del 2049, ossia fare della Cina un Paese socialista moderno” e prospero “a tutto tondo”.