BRISBANE - Pheobe era stata vista l’ultima volta alle 8:30 del mattino mentre si recava all’aeroporto di Bundaberg, ma non è mai entrata nel terminal per imbarcarsi sul volo per Brisbane.

Nel fine settimana, cani specializzati nel rilevamento di resti umani si sono uniti ai sommozzatori della polizia, droni e all’elicottero di soccorso LifeFlight nelle operazioni di ricerca.

Sabato, la polizia aveva prelevato alcuni oggetti dal parco, senza confermare se fossero collegati alla scomparsa.

Questa mattina, il premier David Crisafulli ha espresso preoccupazione: “Eventi come questo scuotono il cuore e l’anima delle comunità. Stiamo fornendo ogni risorsa necessaria alla polizia per fare il proprio lavoro”.

La madre di Pheobe, Kylie Johnson, ha descritto sui social gli ultimi 11 giorni come un inferno: “Non sapere cosa dire, cosa fare o come continuare a vivere in questo ciclone di incertezza, i nostri cuori si spezzano ogni giorno di più”. Kylie ha chiesto ai membri della comunità di lasciare alla notte una luce accesa che indichi a Pheobe la strada di casa.

Anche il sindaco di Bundaberg, Helen Blackburn, ha parlato dell’incertezza che sta colpendo la comunità: “La campagna ‘Lascia una luce accesa per Pheobe’ a Gin Gin mostra quanto le persone sperino ancora nel suo ritorno”.

Blackburn ha invitato chiunque sia interessato ad aiutare a prendere in considerazione l’idea di unirsi ai Servizi d’Emergenza e sostenere le future fasi delle ricerche.

Mentre le indagini entrano nel vivo, la polizia ha confermato che l’ultima posizione conosciuta di Pheobe era su Airport Drive, a Bundaberg.

Due scene del crimine sono state istituite: la casa di Gin Gin dove viveva la 17enne e una Hyundai grigia, ritenuta l’auto usata per raggiungere l’aeroporto.

Pheobe è alta circa 180 cm, ha carnagione chiara, capelli lunghi tinti di rosso e occhi nocciola. Indossava un top verde, pantaloni grigi e portava dei bagagli.