ROMA - L’accordo trovato negli scorsi giorni sul salario minimo tra Pd, Movimento 5 Stelle, Azione, Alleanza Verdi e Sinistra e +Europa, che hanno presentato compatti una proposta di legge in Parlamento, sta dando un impulso a una “convergenza significativa”, come l’ha definita la segretaria dem, Elly Schlein, tra il suo partito e quello di Giuseppe Conte.   
 
L’intesa raggiunta è stata quindi salutata con grande soddisfazione dalla segretaria del Pd, che non nasconde come questo possa costituire un primo passo verso un progetto comune più ampio. “è un segnale molto forte che le opposizioni si uniscano sul salario minimo”, ha detto Schlein, chiarendo anche come l’elemento più importante per costruire una vera alternativa al governo e alla destra “non sia quella di competere con il Movimento 5 Stelle”, ma di trovare dei punti di convergenza. Questa la vera responsabilità alla quale è messa di fronte la classe dirigente dem, secondo la segretaria, che ha sottolineato anche come “le elezioni europee e amministrative del prossimo anno rappresentano delle sfide cruciali su cui il Pd si concentrerà, costruendo percorsi credibili”. Per fare davvero la differenza e vincere, ha concluso Schlein, bisogna però essere in grado di costruire delle alleanze e “non pensare di essere autosufficienti”.
 
Parole che il leader del M5s, Giuseppe Conte, non può non aver registrato e apprezzato, convinto da sempre che una eventuale alternativa al governo della destra non possa essere fatta a tavolino, ma che siano i temi i pilastri su cui poter costruire una convergenza con il Partito Democratico e con le altre forze progressiste, come l’Alleanza Verdi e Sinistra.
 
Al contrario, le affermazioni della segretaria dem non sono affatto condivise da Matteo Renzi, che infatti ha sfilato Italia Viva dall’accordo sulla proposta di legge del salario minimo, che in pratica stabilisce una soglia inderogabile di 9 euro all’ora sotto la quale non si possa scendere. Il leader di Italia viva è infatti contrario alla proposta e non è minimamente disponibile a nessuna intesa con i 5 Stelle, come d’altronde non lo è il suo partner politico Carlo Calenda, il quale ha appoggiato la legge con le altre forze di opposizione, ma esclude qualsiasi tipo di alleanza con Conte e i suoi. Oltretutto, Calenda non è nemmeno disponibile ad andare allo scontro con il governo Meloni, con il quale anzi invita le altre forze di opposizione a dialogare. “Sono contrario a far diventare il salario minimo un nuovo capitolo dell’eterno scontro ideologico italiano. Incontriamoci e confrontiamoci”, ha detto Calenda.
 
Cosa che però non hanno nessuna intenzione di fare né Schlein né Conte che, anzi, giorno dopo giorno sono concentrati sui temi sociali e del lavoro per rafforzare non solo l’asse che si è venuto a creare tra i loro due partiti, ma anche per portare su questi ambiti gli attacchi più insidiosi al governo della premier Meloni.
 
Lunedì, presenti entrambi a un convegno all’Università Roma 3, non hanno risparmiato pesanti bordate all’esecutivo, in un fuoco incrociato che conferma una rafforzata sintonia. “Abbiamo un governo reazionario e della restaurazione”, ha detto il leader 5 Stelle, secondo il quale la premier Meloni “getta benzina sul fuoco” e  “in modo consapevole sta programmando un incendio sociale”. A fargli da eco è stata proprio Elly Schlein, che ha definito l’esecutivo un “campione di rinvii e scarica barile”, che oltretutto “nella sua prima manovra ha cancellato 330 milioni di fondo per l’affitto e smantellato l’unico strumento di sostegno contro la povertà”.
 
Ma se da un lato il salario minimo sta avendo l’effetto di compattare le forze politiche di opposizione, dall’altro sta anche innescando uno scontro senza precedenti nel mondo sindacale. La proposta, oltre a essere stata subito bocciata dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha infatti ricevuto uno stop anche dal segretario della Cisl, Luigi Sbarra, secondo il quale i contratti nazionali coprono già “il 98% delle attività economiche” e “la soglia indicata dall’eventuale legge determinerà una spirale verso il basso della dinamica delle retribuzioni”. Parole che però hanno suscitato la reazione del segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che invece con la Cgil appoggia la proposta delle opposizioni. 
 
La Cisl dimentica “lavoro sottopagato e contratti pirata, firmati anche da sindacati gialli che spesso il governo chiama al tavolo e che dialogano molto bene con Sbarra”, ha attaccato Bombardieri, ricevendo una replica dai toni molto aspri da parte di Sbarra: “Bombardieri farebbe bene a contare fino a cento prima di parlare della Cisl. Da lui affermazioni gravi e farneticanti che rispediamo al mittente”.