Annunciato un potenziamento di proporzioni significative di quattro basi militari situate nel Northern Territory, un segnale chiaro, rivolto in particolar modo alla Cina.
All’interno della sua visita al Northern Territory, Scott Morrison renderà ufficiale lo stanziamento di 747 milioni per quattro postazioni militari.
L’espansione dei centri militari consentirà tra l’altro un più ampio numero di esecitazioni militari con i reparti degli Stati Uniti d’America, alleato chiave dell’Australia.
L’area nord dell’Australia è strategica per le basi delle forze armate australiane, in ragione della sua prossimità con la regione Asia-Pacifico.
A febbraio il governo Morrison aveva annunciato il potenziamento, del costo di un miliardo e cento milioni, della base RAAF a Tindal, nel Northern Territory, una mossa volta espandere le capacità aeree australiane e statunitensi nell’area Indo-Pacifica.
I nuovi caccia bombardieri F-35 Joint Strike della RAAF verranno dislocati proprio a Tindal.
L’annuncio di oggi cade, non a caso, nel momento in cui le relazioni Australia - Cina attraversano un periodo caratterizzato da crescenti tensioni.
Ieri Mike Pezzullo, segretario del Dipartimento dell’Interno, aveva ammonito che l’Australia ha il dovere di adoperarsi per ridurre il rischio di conflitto, “ma che tale finalità non va perseguita a scapito delle nostre, preziose libertà e - ha aggiunto Pezzullo - oggi, nel momento in cui le nazioni libere ascoltano di nuovo il rullo dei tamburi (di guerra) e assistono alla militarizzazione dei contrasti attraversati negli ultimi anni, un tempo ritenuti improbabili catalizzatori di una guerra, si continuino a cercare incessantemente le aperture di pace, mentre ci prepariamo, ancora una volta, alla sciagura di una guerra”.
Domenica scorsa Peter Dutton, ministro dell'Interno, aveva dato conferma che la Cina sta procedendo con la militarizzazione dei porti della regione.
“Dobbiamo riconoscere che nella nostra regione è in corso una serie di cambiamenti - aveva detto Dutton - La Cina sta militarizzando i porti in tutta la nostra regione. Dobbiamo fare i conti con tale scenario, e questo è esattamente quel che stiamo facendo adesso.”
Le parole di Pezzullo e di Dutton arrivano dopo la decisione del ministro degli Esteri, Marise Payne, di cancellare il controverso accordo per la realizzazione di opere infrastrutturali nel Victoria, accordo sottoscritto dal governo Andrews con Pechino nell’ambito del progetto Belt and Road Initiative.