Tra il 2020 e il 2022, durante la pandemia, i lockdown e i periodi di ‘lavoro da remoto’, nel mondo dei social network, un meme – una foto umoristica, spesso dai toni surreali, che si risolve in una simpatica didascalia, ndr – spopolava nella comunità italo-australiana. Questa foto mostrava una betoniera parcheggiata in un soggiorno dal classico arredamento retrò all’italiana, con una didascalia che recitava: “Siamo pronti a lavorare da casa”. Impossibile non sorridere davanti a una foto che sembrava assurda, ma che celava una realtà: che vi siano intemperie, difficoltà, pandemie o crisi economiche, il mattone non si ferma mai e così l’industria edile.
Damian Amuso lo sa, perché il mattone è stato il motore di tutta la sua famiglia. Attenzione però quando si parla di muratori, perché non sono tutti uguali: c’è chi lo fa con amore, elevandolo a vera arte, e chi lo fa in maniera fredda e industriale. La famiglia Amuso lavora – anzi, crea – con il mattone da generazioni: dai nonni immigrati in Australia fino al presente con il nipote Damian che approderà negli Stati Uniti, a Las Vegas, nello Stato del Nevada, per una competizione mondiale arrivata alla sua 23esima edizione, ovvero lo ‘Special Mix Bricklayer 500 - World Championship’. La rassegna si aprirà il prossimo mercoledì 22 gennaio e ospiterà muratori e appassionati da tutto il mondo, per una manifestazione che vedrà il mattone come protagonista e alla quale la comunità italiana guarda con interesse, un pizzico di goliardia e la voglia di portare i ‘trucchi’ del mestiere, spesso tramandati in famiglia, per costruire il ‘muro perfetto’ che soprattutto duri nel tempo.
“I migliori muratori di Melbourne sono italiani”, esordisce Tara, la moglie di Damian, anche lei parte dell’azienda familiare, ma in veste amministrativa: un ruolo comunque importante per coordinare l’ingente flusso di lavoro in un’industria così dinamica nel Victoria. Tara ci racconta come questo lavoro faccia praticamente parte del genoma di famiglia: “Dal nonno al papà e gli zii, fino a Damian, sono tutti specialisti nel settore. I suoi nonni, Concetta e Salvatore, originari di Taurianova in Calabria, si trasferirono in Australia ben 69 anni fa; suo papà Domenico aveva appena otto mesi”, spiega Tara, raccontando così della storia di famiglia, inizialmente residente a Collingwood.
Oggi, Damian Amuso con la moglie Tara e i figli Gianni e Riccardo vivono a Kilmore, 65 chilometri a nord di Melbourne, dove l’azienda familiare (DA Bricklaying, ndr) coordina i lavori commissionati sul territorio del Victoria con un team di otto dipendenti: “Preferendo la qualità alla quantità – spiega la moglie –, Damian ha scelto attentamente con chi lavorare per offrire il meglio ai propri clienti”.
Damian ha imparato l’arte della muratura dal papà Domenico, iniziando già da adolescente, più di 25 anni fa. Un percorso che lo vedrà approdare al concorso internazionale a Las Vegas con tanta speranza di poter rappresentare al meglio non solo la maestria italiana, ma anche la stessa Australia.
Il “nome d’arte” sarà Team Amuso, formato appunto da Damian, ma anche dall’australiano Scott Law, e questa non sarà la prima partecipazione all’evento internazionale. Il Team ha infatti già partecipato all’edizione del 2019, grazie alla quale Damian ha immagazzinato l’esperienza necessaria per farsi trovare più che pronto alla prossima partecipazione. La moglie Tara, infatti, racconta delle sessioni di pratica giornaliere, tutte eseguite con cronometro, come un vero e proprio atleta che tenta di superare i propri limiti: “La nostra prima partecipazione ci ha fatto capire cosa serve per gareggiare al meglio. L’emozione è grande”, racconta Tara, che poi annuncia la diretta in streaming che effettueranno attraverso le pagine social – mercoledì 23 gennaio e inizierà alle ore 5am – per seguire la competizione anche a distanza e tifare il Team Amuso che farà del proprio meglio per onorare la tradizione edilizia italiana e australiana anche negli Stati Uniti.
Intanto, nella vita quotidiana, Damian e famiglia si dilettano nella preparazione del salame piccante, proprio come i nonni calabresi, mentre sognano che questa competizione dia modo alla sua famiglia di donare un futuro splendente ai figli.