PALERMO - L’architetto e urbanista Vittorio Gregotti, originario di Novara, scomparso nei giorni scorsi per coronavirus a Milano a 92 anni, ha insegnato all’università palermitana dal 1968 al ‘73. Ed è proprio nel 1969 che progettò il quartiere Zen 2, propaggine dello Zen acronimo di Zona espansione nord, oggi ribattezzato San Filippo Neri, simbolo di riscatto sociale ma anche di degrado architettonico e sociale, per la quasi totale assenza di manutenzione sui fabbricati, con alti tassi di dispersione scolastica, microcriminalità e infiltrazioni mafiose. L’architetto Massimiliano Fuksas ne propose la demolizione, assieme con gli altri agglomerati periferici degradati d’Italia (come Corviale a Roma o Scampia a Napoli).
Ma Gregotti in un’intervista del 2014 disse: “Non è un disastro, la verità è che il progetto non è stato mai completato”. E aggiunse: “Il progetto dello Zen è fallito perché era destinato a un solo strato sociale. A Milano, invece, la Bicocca è un esempio riuscitissimo grazie all’università. Allo Zen avevo previsto teatri, luoghi di lavoro, ma nulla di tutto questo venne costruito. Le periferie devono essere polifunzionali, avere un servizio unico per le città, mescolare i ceti e non confinare ceti”. Osservò il docente: “Va completato, interconnesso. Ai giorni nostri demolire non è conveniente, è sempre meglio aggiustare”. L’Istituto autonomo per le case popolari (Iacp) ha realizzato con fondi regionali un progetto di recupero nel 2004 relativo all’insula E3, mai completata e bruciata, all’interno della quale sono stati ricavati 122 alloggi, contro i 235 inizialmente previsti.
E a ridosso del quartiere con circa 22.000 abitanti si trova dal 2012 il centro commerciale Conca d’Oro, voluto dall’ex patron del Palermo calcio, Maurizio Zamparini.