BRUXELLES - Nel 2023, 3.298 persone hanno perso la vita in incidenti sul lavoro nell’Unione Europea, segnando un incremento marginale di 12 decessi rispetto al 2022. Questo dato, riportato da Eurostat (l'Ufficio statistico dell’Unione europea), conferma l’urgenza di rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro, specialmente nei settori ad alto rischio come edilizia, trasporti e manifattura. 

Complessivamente, 2,82 milioni di lavoratori hanno subito incidenti non mortali che hanno comportato almeno quattro giorni di assenza dal lavoro. In media, ogni incidente mortale corrisponde a 856 non mortali. 

L’Italia ha registrato 473 decessi e si colloca al di sotto della media europea sia per gli incidenti mortali che per quelli non fatali. Si registra circa 1,5 incidenti mortali ogni 100 mila occupati, contro la media Ue di 1,63. In termini assoluti, l'Italia (473 casi) si posiziona dietro la Francia (811) ma sopra la Germania (403) e la Spagna (355). 

La Francia detiene il tasso di incidenza più alto dell’Ue, con 3,6 morti ogni 100 mila lavoratori. Tuttavia, Eurostat specifica che il sistema francese di segnalazione include eventi avvenuti “sul luogo di lavoro” ma non sempre direttamente causati dall’attività lavorativa, il che aumenta il numero complessivo di casi. Seguono Austria, Lettonia e Cipro, anch’essi sopra la soglia dei 3 decessi per 100 mila lavoratori. 

I Paesi più virtuosi, con valori inferiori a un decesso ogni 100 mila lavoratori, sono i Paesi Bassi, la Germania e la Grecia. 

Considerando l'indicatore “standardizzato” (che tiene conto della diversa struttura economica dei Paesi), il dato italiano migliora ulteriormente: l’Italia si mantiene intorno a 1,8 decessi per 100 mila occupati, lontana dai picchi registrati in Cipro (5,6), Bulgaria (4,5) e Francia (4,4). 

Sul fronte degli incidenti non mortali, l’Italia mostra una frequenza di poco inferiore alla media Ue (1.393 casi ogni 100 mila occupati). I valori più alti si riscontrano in Portogallo (2.956), Spagna (2.708) e Francia (2.644), dove i sistemi assicurativi incentivano una maggiore segnalazione. 

L'analisi per settori evidenzia che per gli incidenti mortali, quasi un quarto dei decessi (24%) avviene nel settore delle costruzioni, che resta il comparto più rischioso in tutta Europa. Seguono trasporti e stoccaggio (16,4%), manifattura (13,4%) e agricoltura, silvicoltura e pesca (12,9%). Per gli incidenti non mortali, invece, la quota più elevata si concentra nella manifattura (18,5%), seguita da costruzioni (12,9%), commercio (12,2%) e sanità e assistenza sociale (12,1%).