Incontrare gli studenti. È così che Giorgio Silli, sottosegretario agli Esteri del Governo Meloni in missione in Argentina, ha voluto iniziare la sua giornata di visite ufficiali a Buenos Aires. E per farlo ha scelto la scuola-simbolo della comunità italiana, l’istituto paritario Cristoforo Colombo, che l’anno scorso ha festeggiato i 70 anni di vita. Ad accoglierlo, c’erano la coordinatrice didattica Milena Panaro e Franco Livini, presidente dell’associazione che gestisce la scuola.

Il momento più importante è stato il dialogo con gli studenti del liceo, nell’aula magna.

“Per me, sottosegretario con delega per gli italiani all’estero – dichiara – venire in Argentina è dovuto. Gli italiani all’estero sono circa 6 milioni e qui c’è la comunità più numerosa”. Sono infatti circa un milione gli iscritti all’Aire. “A cui si aggiungono i potenziali cittadini, che si trovano nelle condizioni per avviare le pratiche per il riconoscimento – continua –. Le scuole italiane rivestono un ruolo culturale fondamentale”.

Incalzato dalle domande degli studenti, ha rievocato i suoi anni di scuola secondaria, in un istituto tecnico di Prato, dove viveva con la famiglia, imprenditrice tessile prima della crisi del settore. “Ricordo ogni singolo giorno della quarta e quinta superiore – afferma –. Un’età meravigliosa, difficile e delicata. Ve ne renderete conto quando avrete la mia età. La vita è un regalo. Delle nostre madri, della natura… Non so. So solo che mi piace così tanto che, se domani dovessi morire, mi girerebbero parecchio le scatole”.

Com’è nata la passione politica? “Ero rappresentate di classe – spiega –. Contestatore anche quando non c’era niente da contestare. Ho fatto la gavetta con la politica locale e nel 2018 sono entrato in Parlamento. Contemporaneamente ho scoperto una passione per le materie umanistiche, io che – per mandato familiare – avevo studiato in una scuola tecnica orientata alla chimica dei colori e all’industria tessile. Mi sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali per puro divertimento, per una soddisfazione personale. Ci sono cose che si fanno perché ti danno pienezza, e basta”.

Se l’Italia è vista dai discendenti dei primi immigrati come la patria del gusto e dell’arte, com’è l’Argentina vista dall’altra riva dell’oceano? “Dal punto di vista giuridico e politico, l’Italia è un paese giovane in un mondo globale” sottolinea Silli. L’unità è avvenuta solo nel 1861. “In realtà è l’Europa intera che ha perso centralità. Una volta era il continente forte da cui si decideva tutto. Ora sono emerse altre potenze. Il mondo è cambiato, da tempi in cui emigrare voleva dire fare un mese su una barca e poi poter comunicare con la famiglia solo attraverso le lettere”.

L’agenda di Silli prevede una visita al Parque de la Memoria, dedicato alle vittime della dittatura instaurata con il golpe del 1976 e finita 40 anni fa, nel 1983, con le libere elezioni che videro la vittoria del radicale Raúl Alfonsín. Incontrerà inoltre i rappresentanti dei Comites, delle imprese italiane e della Comunità di Sant'Egidio, i parlamentari eletti nella circoscrizione dell’America Meridionale, oltre a esponenti del governo argentino.