Con l’avvento del cristianesimo ha cominciato a rappresentare non solo la rinascita della natura ma anche quella dell’uomo, e i cristiani hanno abbracciato questo simbolo paragonandolo al sepolcro da cui Cristo è risorto. Decorare uova è, perciò, un modo di esprimere fiducia e speranza nell’avvento di una nuova feconda stagione, che sia primavera o autunno, ma che comprenda la Pasqua.
La simbologia
L’arte di decorare le uova ha un alfabeto di colori ed elementi grafici ben preciso, che cambia a seconda del Paese e delle tradizioni locali. Il sole è il motivo più diffuso e può essere rappresentato in moltissimi modi (combinazione di cerchi, linee rette e ondulate). Anche i motivi geometrici sono molto utilizzati. Il triangolo, ad esempio, può simboleggiare il ciclo della vita (nascita, vita e morte), gli elementi della Terra (aria, fuoco e acqua) o la famiglia (uomo, donna e bambino). Il rombo, o diamante, è simbolo di conoscenza. Le spirali, antichi simboli di serpenti e animali biforcuti, hanno un significato di difesa e protezione, in quanto possono tenere lontani gli spiriti maligni dalle case. La natura è un altro motivo molto amato: fiori, piante ed erbe simboleggiano la vita, la primavera e la purezza. In Russia e in Ucraina, come anche nei Balcani, regalare un uovo decorato significa augurare prosperità e pace, ed è simbolo di fortuna.
Nei Paesi slavi
Nei Paesi slavi una delle più antiche tradizioni per accogliere la Pasqua ortodossa, infatti, è quella di decorare le uova. Un’usanza che risale alla Rus’ di Kiev, dunque all’epoca pagana, e che si è consolidata con l’avvento del cristianesimo nel 988. Molti Paesi dell’Europa orientale ancora oggi mantengono questa antica tradizione, che assume nomi diversi a seconda della tecnica utilizzata per decorare quest’oggetto ricco di simboli.

Pysanky ucraine
In Ucraina, la decorazione delle uova è un vero e proprio rito, che le babushke tramandano di generazione in generazione. La famosa pysanka è, infatti, un uovo pasquale, solitamente di gallina e possibilmente bianco, che viene decorato e colorato con una tecnica artistica particolare, a base di cera calda e colori naturali. I motivi vengono incisi tramite un punteruolo speciale chiamato pysachok o kistka, dotato di un imbuto minuscolo contenente una piccola quantità di cera di candela. La stessa parola “pysanka” deriva dal verbo “pysaty” (“scrivere”, in ucraino): letteralmente, si scrive sulle uova.
Kraszanki polacche
Oltre alla pysanka ucraina, ci sono altri tipi di uova presenti negli usi e costumi slavi. Tra i più noti, le kraszanki, uova dipinte monocolore. Le si fanno bollire in acqua colorata con degli ingredienti naturali che permettono di ottenere i seguenti colori: arancio o marrone con le bucce di cipolla; nero, con la corteccia di quercia o gusci di noce; verde, con giovane segale, foglie di vinca o spinaci; rosa, con il succo di barbabietola. Oggi si possono comprare anche i coloranti per la tintura delle uova. Le kraszanki vengono poi benedette e mangiate durante la Domenica di Pasqua.
Drapanki
Sempre polacche, sono uova colorate e decorate. La tecnica di prepararle consiste nel graffiare delicatamente – con un coltellino, un ago o un filo – il guscio dell’uovo colorato, creando fantasiosi disegni.
Oklejanki
Sono uova decorate con fili colorati, carta crespa, lana, carta colorata, giunco, stoffa, pizzo, ecc.
Ażurki
Molto particolari, sono le uova – svuotate – di gallina, di anatra, di oca o di struzzo. La tecnica prevede di forarle con un piccolo trapano e scolpire delle figure nel guscio. Il lavoro richiede una grande abilità manuale e attenzione. Queste uova sembrano fatte di pizzo e vengono dipinte con gli acrilici.
Le tecniche contemporanee prevedono anche decorazioni fatte a uncinetto; invece le uova prefabbricate in polistirolo possono essere decorate nei più svariati modi e con grande fantasia.
Fabergè
Le uova Fabergè furono realizzate in Russia dal grande gioielliere russo, Peter Carl Fabergè. Ogni anno dal 1885 al 1917, all’approssimarsi delle festività, Fabergè e i suoi orafi creavano, per gli zar, queste uova in oro e altri materiali pregiati. Almeno 57 di queste uova di Pasqua furono costruite anche se di tutta la collezione ne sono rimaste solo 45. Per la realizzazione di ciascun uovo occorreva un anno intero di lavoro.
Il primo uovo fu commissionato dallo zar Alessandro III di Russia, come sorpresa di Pasqua per la moglie, Maria Fyodorovna. L’uovo, di colore bianco con smalto opaco, aveva una struttura a scatole cinesi o a matrioske russe: all’interno vi era un tuorlo tutto d’oro, contenente a sua volta una gallinella colorata d’oro e smalti con gli occhi di rubino. Quest’ultima racchiudeva una copia in miniatura della corona imperiale contenente un piccolo rubino a forma d’uovo.
La tradizione proseguì con Nicola II e a poco a poco il laboratorio divenne un piccolo impero, famoso a livello internazionale.

Le uova di cioccolato - piene, vuote... e con sorpresa
Le prime uova di cioccolato associate alla Pasqua – piene – furono prodotte in Germania e soprattutto in Francia, ma si trattava di creazioni ancora molto fragili. I ‘prototipi’ erano stati realizzati già alla corte di Luigi XIV. Infatti, il Re Sole, nel 1700, commissionò al suo cioccolatiere personale, David Chaillou, delle uova a base di cioccolato da regalare per Pasqua al posto delle ‘solite’ uova d’oro.
Si racconta inoltre che nel 1725 a Torino, la titolare di un’attività commerciale – una certa vedova Giambone - provò a riempire di cioccolato dei gusci d’uovo vuoti: praticamente il processo inverso a quello concepito da Luigi XIV.
Furono un clamoroso successo, e la creativa donna ne mise in vendita versioni decorate con scritte e vari colori.
Curiosamente, però, per molto tempo questa innovazione non venne brevettata né elaborata ulteriormente. Solo nel 1875 l’azienda dolciaria inglese, Cadbury, registrò il brevetto per la produzione di piccole uova di cioccolato amaro realizzate in appositi stampi. Nel 1905, la stessa ditta avrebbe introdotto le uova di cioccolato al latte.
Nella storia dell’uovo di cioccolato, l’Italia può vantare un altro primato speciale: l’invenzione della versione con l’interno cavo contenente una sorpresa.
Proprio nella Torino della ‘pioniera’ Giambone, l’azienda Casa Sartorio brevettò, negli anni ‘20 del Novecento, un sistema che permetteva di realizzare forme in cioccolato cave all’interno. L’introduzione della sorpresa avvenne nel 1925. Le forme vennero riempite inizialmente con altri dolcetti, animaletti in zucchero o confetti, poi con oggetti di un certo valore. Già nel 1927 le uova di Pasqua di cioccolato a Torino erano di gran moda, e da allora, la loro popolarità non si è mai arrestata.
Le uova rosse di Ischia
A Ischia sopravvive una tradizione che la lega all’isola greca di Patmo: il rito del dipingere le uova di rosso per poi scambiarsele con l’augurio di una buona Pasqua. A Panza, addirittura, qualche anziano pronuncia ancora l’invocazione ortodossa “Christòs anesti” (“Cristo è risorto”). Ischia, infatti, fu la prima colonia della Magna Grecia.
Le uova di gallina, a Ischia, si colorano con la robbia (Rubia tinctorum), pianta selvatica con cui è possibile anche tingersi i capelli. La robbia cresce in abbondanza sull’isola e chi è in grado di riconoscerla va direttamente nei boschi a prendere quella che gli serve; altrimenti ci sono fruttivendoli che, a ridosso della Pasqua, la espongono in omaggio alla tradizione.
