Tornare in tour? Per me è reinventarsi. Non solo perché ci sono i brani nuovi, ma perché mi diverto anche a riarrangiare quelli di qualche anno fa. Pochi lo sanno, ma nel mio passato c’è anche il punk rock, il grunge. Il mio primo gruppo era una cover band dei Nirvana”. Parola di Simone Cristicchi, cantautore, attore, scrittore, in partenza con il suo nuovo progetto live: Dalle Tenebre alla Luce-Summer Tour 2025, al via il 12 luglio dal Forte di Bard (Aosta) e per un mese in giro per l’Italia con tappe a Verona, Cervere (Cuneo), Fiesole (Firenze), Palmanova (Udine), Marina di Pietrasanta (Lucca), Catona (Reggio Calabria), Mesagne (Brindisi), Paestum (Salerno). 

Un tour nato sulla scia dell’ultimo album, Dalle tenebre alla luce, appunto, uscito dopo 11 anni d’attesa, ma anche per festeggiare un traguardo importante, i primi 20 anni di carriera di Cristicchi. “Era l’estate del 2005 quando uscì Vorrei cantare come Biagio Antonacci - ricorda -. In realtà avevo già una gavetta lunga 10 anni, anzi, come dico io, un ‘gavettone’. Ma quel brano diventò subito una hit. Antonacci? Fu il primo a sentirlo e mi invitò ad aprire due concerti, a Milano e Roma, nei palazzetti. In un giorno passai da un pubblico di 20 persone nei localini a una folla di 10mila persone. Venni preso al Festivalbar. Mi riconoscevano per strada come ‘quello della canzone di Biagio’. Fu veramente un’estate folle, un’ubriacatura. Era bello, ma avevo anche la consapevolezza che sarebbe potuto svanire tutto, come una meteora. Scrissi anche una canzone con quel titolo. Per fortuna avevo un album pronto, arrivò la Targa Tenco. Un anno dopo Pippo Baudo si innamorò di Ti regalerò una rosa, mi portò a Sanremo tra i big e vinsi”.

Il tour, in cui Cristicchi è accompagnato dalla sua storica band e dallo GnuQuartet, li ripercorrerà tutti questi anni, tra brani come L’Italia di Piero, Meno male, La prima volta (che sono morto). “Sarà uno show”, spiega il cantautore, che a ottobre tornerà anche a teatro con Trieste 1954 e da gennaio con Franciscus-Il folle che parlava agli uccelli. “Oltre alla musica - dice - nel concerto ci sarà una parte teatrale, storie, poesie, divertimento. Sarà una finestra su una dimensione tutta mia. E per la prima volta canterò anche tutto il nuovo album”.

A partire da Quando sarai piccola, presentata all’ultimo Sanremo, anche se accompagnata da qualche polemica. “Per me è stato un Festival emozionante, forse anche più del primo - riflette oggi -. C’era un lato emotivo per me importante, tanto da farmi tremare la voce. La canzone è ispirata a mia mamma, ma parla di un tema universale, filosofico e spirituale: l’amore che si riceve e che bisogna ridare. È il ciclo della vita, che a volte rende impotenti di fronte a eventi come l’anzianità di un genitore. Ma non ho mai parlato di Alzheimer - sottolinea -. Mi è stato messo in bocca in maniera pretestuosa. Probabilmente non c’erano altre polemiche da sollevare a questo Festival. Dispiaciuto? Non sono sui social, mi arrivavano articoli. Dicevano anche che fossi il vincitore annunciato. Persino l’intelligenza artificiale lo aveva pronosticato. Invece neanche lei ci ha preso”, ride. I suoi fan sono affettuosamente chiamati ‘slacciati’. “Con il tour mi piacerebbe che gli ‘slacciati’ scoprissero brani nuovi come Cade. Parla di ciò che è destinato a crollare sulla terra, compresa l’esistenza umana, con un invito a tirar fuori quell’energia che risiede in ognuno di noi”.

Padre di due figli, Tommaso, nato nel 2008 e che ha realizzato la copertina dell’album Album di famiglia, e Stella, nata nel 2011. Al traguardo dei 20 anni di carriera, Cristicchi ha un consiglio per i giovani che si affacciano oggi alla musica? “Due sono le cose che ho imparato - risponde -. Primo, relativizzare il successo, avere le spalle larghe, perché non potrà essere sempre uguale. Solo Vasco Rossi ci è riuscito. E la gratitudine: io non dimentico mai che se posso continuare a fare questo mestiere è grazie al pubblico che mi segue”.