DAMASCO - Proseguono i combattimenti in Siria tra le forze sostenute dalla Turchia e l’ala siriana del Pkk, nei distretti a Nord di Aleppo e nel quartiere aleppino di Shaykh Maqsud, per spingere i curdi a lasciare il nord-ovest del Paese. 

Al tempo stesso, da ieri sono in corso negoziati, mentre i portavoce dell’offensiva militare sostenuta da Ankara nel Nord hanno precisato che le forze jihadiste siriane filo-turche sono pronte a evacuare un numero imprecisato di miliziani curdi da Aleppo e dalla zona a Nord di Aleppo verso la città orientale di Raqqa, a est dell’Eufrate. 

Le Forze democratiche siriane (Sdf), guidate dai curdi e sostenute dagli Stati Uniti, stanno cercando di evacuare i curdi in alcune zone di Aleppo verso aree sicure: lo ha reso noto oggi in un comunicato il capo delle Sdf, Mazloum Abdi. “Stiamo coordinandoci attivamente con tutte le parti interessate in Siria per garantire la sicurezza della nostra gente e facilitare il loro trasferimento sicuro... nelle nostre aree sicure nel nord-est del Paese” si legge nella nota. 

Secondo alcune stime, circa 200.000 curdi siriani sono assediati dalle fazioni filo-turche che hanno preso il controllo della città di Tal Rifaat e dei villaggi vicini. Da parte sua, l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, ha notato che le comunicazioni sono state interrotte nelle aree a maggioranza curda, sollevando il timore di possibili “massacri” di curdi. 

“Il ritorno del terrorismo ha messo a repentaglio la sicurezza della Siria e la continuazione della situazione si estenderà sicuramente ai Paesi confinanti con la Siria”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in una conferenza stampa congiunta con l’omologo turco, Hakan Fidan, ad Ankara. 

“I gruppi terroristici Takfiri (apostati, miscredenti), che hanno organizzato attacchi contro il governo siriano, hanno stretti legami con gli Stati Uniti e il regime sionista” ha aggiunto Araghchi.

“Creare insicurezza in Siria è un complotto israeliano”, ha sottolineato il capo della Diplomazia di Teheran, aggiungendo che “l’insicurezza in Siria può portare a una guerra civile, che certamente colpirà i Paesi confinanti; quindi, non dovremmo lasciare che la Siria si trasformi in un posto sicuro per i gruppi Takfiri”. 

Secondo quanto riferisce Irna, Araghchi, ha espresso il “pieno sostegno” dell’Iran al governo e all’esercito siriano e ha affermato che l’Iran starà al loro fianco, come ha fatto in passato. Il ministro degli Esteri iraniano ha aggiunto che con l’omologo turco ha discusso dei modi per creare stabilità in Siria come anche della necessità di un cessate il fuoco a Gaza e dell’invio di aiuti umanitari nella Striscia. 

Il ministro degli Esteri iraniano, inoltre, ha affermato che si terrà un nuovo incontro con gli omologhi di Turchia e Russia riguardo alla crisi siriana nel formato di Astana, ovvero la serie di colloqui tra delegazioni di Ankara, Teheran e Mosca per tentare di risolvere i problemi in Siria che si tengono a partire dalla fine del 2016. 

Araghchi ha detto che il processo di Astana “non dovrebbe essere fermato” e ha annunciato l’incontro durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo turco, Hakan Fidan, ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt. “Presto si terrà una conferenza (nel formato di) Astana”, ha detto Fidan.