DAMASCO - Diverse manifestazioni hanno avuto luogo nei quartieri cristiani di Damasco, per protestare contro l’incendio di un albero di Natale nei pressi di Hama, nella Siria centrale, ha riferito l’Afp.  

“Pretendiamo i diritti dei cristiani”, hanno scandito all’unisono i dimostranti, mentre marciavano per le strade verso la sede del Patriarcato ortodosso a Bab Charqi. 

Giunti spontaneamente da diversi quartieri, i manifestanti si sono riuniti per esprimere il loro malcontento e i loro timori, due settimane dopo la presa del potere da parte della coalizione armata guidata da formazioni jihadiste che ha deposto Bashar al Assad e il suo regime pluridecennale.  

“Stiamo affondando perché c’è molto settarismo – ha dichiarato un manifestante ad alcuni cronisti – molta ingiustizia contro i cristiani, sotto la copertura di ‘casi isolati’. Se non ci è permesso vivere la nostra fede cristiana nel nostro Paese, come succedeva in passato, allora non abbiamo più posto qui”.  

Alcuni dei manifestanti hanno portato croci di legno, altri le bandiere a tre stelle dell’indipendenza siriana, adottata dalle nuove autorità. 

Le proteste sono scoppiate dopo che sui social media è stato pubblicato un video che mostrava combattenti incappucciati che davano fuoco a un albero di Natale nella città di Suqaylabiya, a maggioranza cristiano-ortodossa, vicino ad Hama. Città simbolo, quest’ultima, dell’insurrezione jihadista, dove nel 1982 l’esercito siriano, su ordine del presidente Hafez Assad (padre di Bashar), fece massacrare migliaia di insorti sunniti, appartanenti all’organizzazione dei Fratelli Musulmani. Si parla di una quantià di morti compresa tra le 2000 e le 10mila persone. 

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), i combattenti responsabili del rogo erano stranieri, appartenenti al gruppo Ansar al-Tawhid.