Il vice primo ministro Barnaby Joyce ha ribadito che il suo partito non intende affrettare i tempi nel prendere questa decisione, con molti parlamentari ancora ben poco convinti.
“Non è qualcosa che accadrà in fretta, vogliamo essere sicuri che questa decisione sia frutto di un processo accurato”, ha ribadito Joyce questa mattina a Canberra.
Secondo quanto emerso dalla riunione di ieri, sarebbero infatti ancora in molti, nelle fila dei Nazionali, a mettere sul tavolo delle trattative questioni irrisolte sia sul fronte dei costi che l’economia delle aree regionali andrebbe ad affrontare per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni.
Joyce ha smentito le notizie che parlavano di richieste di pacchetti di supporto finanziario fino a 20 milardi di dollari per le aree regionali: “Ho visto quei numeri e non so da dove arrivino, non parliamo di cifre, ma di obiettivo, di risultati”, ha precisato il leader dei Nazionali.
Un altro incontro del partito è previsto per oggi, così come oggi il ministro dell’Energia, Angus Taylor, che ieri ha partecipato alla riunione dei colleghi di Coalizione, sarà presente all’incontro dei Liberali dove, presumibilmente, aggiornerà su quanto avvenuto domenica.
Riunioni il cui esito si spera possa trovare una convergenza nel corso dell’incontro del Gabinetto del governo federale, previsto per mercoledì.
Il ministro Taylor ha confermato alla stamp ache i due partiti sono allineati nell’obiettivo di proteggere sia l’industria tradizionale che le aree regionali: “Questo è l’obiettivo comune, è il mio, ed è sia quello dei Liberali che dei Nazionali”.
Il responsabile delle politiche climatiche dell’opposizione, Chris Bowen, ha detto che la Coalizione ha fallito nel perseguire l’interesse nazionale su una questione cruciale: “Gli australiani hanno tutto il diritto di essersi svegliati disgustati nel leggere i titoli questa mattina. Dopo otto anni di Liberali al potere, il Paese non ha ancora una politica sui cambiamenti climatici”.