VALENCIA - Secondo un nuovo bilancio dei servizi di sicurezza i morti per le alluvioni a Valencia e dintorni sono 158, sconosciuto il numero di dispersi. Le ricerche delle vittime vanno avanti senza sosta.  

Un’eventualità sottolineata dal ministro dei trasporti Óscar Puente: “Purtroppo ci sono persone morte all’interno di alcuni veicoli”, ha dichiarato riferendosi alle centinaia di auto e camion bloccati sulle strade coperte di fango, come riporta Afp. E la ministra della Difesa, Margarita Robles, si è detta “non ottimista” sulle prospettive che il bilancio dei morti possa aggravarsi, ribadendo che “non possiamo precisare il numero esatto”, delle vittime. 

Intanto, stamattina è stato emesso un nuovo avviso meteo per una parte della regione di Valencia già devastata dalla tragedia di ieri. L’agenzia meteorologica statale Aemet ha emesso, su X, il suo livello di allerta più alto per la provincia di Castellón. “Ci sono già fortissime tempeste nella zona, soprattutto a nord- ha scritto Aemet - Il maltempo continua! Fate attenzione!” ha aggiunto, invitando le persone a non mettersi in viaggio. 

La Protezione civile spagnola ha inviato quindi un messaggio proprio agli abitanti di Castellón affinché “in caso di forti piogge” rimangano nelle loro case “in zone elevate” e, se sono per strada, “si riparino nei punti alti”. La Protezione civile chiede inoltre che non si viaggi sulle strade dopo la nuova allerta meteo. 

“Grazie a tutti i lavoratori del settore del soccorso: in queste emergenze va sottolineato il ruolo del pubblico, nella ricerca dei sopravvissuti e in aiuto delle persone. Ma dico ai cittadini della zona che la Dana continuerà, non è finita, quindi bisogna stare attenti”, ha avvertito il premier spagnolo, Pedro Sanchez, in visita nella regione colpita dalle inondazioni. Sanchez ha assicurato che il governo spagnolo esprime “il proprio impegno per terra, mare e aria, con tutti i mezzi possibili, per trovare le persone disperse” a causa dell’alluvione. 

E anche il re Felipe ha messo in guardia evidenziando che ‘l’allarme non è ancora finito’. In queste ore, ha aggiunto il sovrano spagnolo, nelle zone colpite dall’alluvione in Spagna, si sta assistendo a “azioni in alcuni casi sicuramente eroiche” da parte di cittadini intenti a cercare di salvare persone in difficoltà. Re Felipe ha sottolineato il suo sostegno alle popolazioni colpite da un “disastro senza precedenti” e ai soccorritori al lavoro sul posto, a cui va riconosciuto che rappresentano “un enorme esempio umano e professionale”. 

“La natura ci ha assestato un colpo durissimo”, ha aggiunto il monarca, che ha invitato il Paese a “rimanere unito nel sostegno”, augurandosi che “gli aiuti siano efficaci e generosi” per alleviarne le conseguenze. Felipe ha anche ringraziato per i messaggi di solidarietà ricevuti da “numerosi leader internazionali” per quanto avvenuto. 

Il presidente del Partito popolare, Alberto Núñez Feijóo è andato intanto a far visita a un centro di coordinamento degli aiuti nei pressi di Valencia da dove ha duramente attaccato il governo di Pedro Sanchez, e le strutture nazionali, con l’accusa di non aver informato le comunità locali dell’imminente disastro. “Nel corso di un’emergenza nazionale, oltre che umanitaria, è necessaria la collaborazione. E invece il governo centrale non ha informato in nessun modo le autorità valenciane”. 

Secondo il leader dell’opposizione, in caso di emergenza come questa, è responsabilità delle strutture nazionali, come quella del Meteo e l’autorità idrografica, che sulle emergenze hanno competenza esclusiva, informare le amministrazioni locali. 

Sono oltre 120.000 gli sfollati, almeno 500 persone hanno pernottato in alberghi della regione di Valencia, dove sono impegnati oltre mille militari dell’Unità di emergenza dell’esercito per liberare 119 strade regionali isolate dal fango e dai detriti portati dalle piogge torrenziali. Oltre 250 persone sono state salvate da elicotteri e 70 via terra. Ci sono però ancora interi paesi sepolti dal fango, come Paiporta, dove si registrano 40 morti e continua da martedì l’interruzione delle forniture idriche ed elettriche. 

Più di mille soldati delle unità di soccorso d’emergenza spagnole si sono uniti agli operatori di emergenza regionali e locali nella ricerca dei sopravvissuti della catastrofica alluvione. “Stiamo cercando casa per casa”, ha detto all’emittente radiofonica nazionale spagnola Rne Ángel Martínez, ufficiale di un’unità militare di emergenza, mentre si trova nella città di Utiel, dove sono morte almeno sei persone. Il ministro della difesa spagnolo ha affermato che i soli soldati hanno recuperato 22 corpi e salvato 110 persone fino a ieri sera. 

Da Sedaví (Valencia), uno dei comuni spagnoli più colpiti dall’alluvione, arrivano richieste di aiuto: “La necessità più urgente è che vengano a recuperare i cadaveri. Ci sono ancora persone rimaste sotto le macchine. È tutto un disastro indescrivibile” afferma Javier, abitante della cittadina.  

“Sarebbe prioritario che non si lascino lì cadaveri in decomposizione”, ha aggiunto l’uomo, un ex militare, parlando a una reporter di Rtve in mezzo a uno scenario di distruzione, con fango nelle strade e auto abbandonate e accatastate l’una sull’altra. “In molti stanno anche chiedendo rifornimenti di cibo, perché i centri commerciali della zona sono stati presi d’assalto nelle ultime ore”, ha aggiunto. 

Restano sospesi anche oggi i collegamenti ferroviari dell’alta velocità da Madrid a Valencia e nell’intera regione valenciana. Interrotto anche il corridoio mediterraneo autostradale dalla Catalogna alla regione a sudest della Spagna.