MELBOURNE - June Factor ha sempre scritto, i più piccoli la conoscono per la collezione Far Out! che raccoglie titoli come Far Out, Brussel Sprout!, All Right, Vegemite! e Unreal, Banana Peel!

L’autrice, nonostante abbia insegnato per anni Historical and Philosophical Studies all’Università di Melbourne, si definisce una scrittrice. 

“Sono sempre stata molto interessata al folclore e alle tradizioni, ma mi appassionano anche le storie di immigrazione, essendo io emigrata a soli due anni”, spiega Factor.

Suo padre infatti, avendo percepito il pericolo imminente, nel 1938, subito prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, era riuscito a convincere la moglie a lasciare la Polonia, che stava diventando troppo pericolosa, soprattutto per una famiglia ebrea come la loro.

Una volta arrivato in Australia, il padre di June Factor, come moltissimi altri migranti, era stato chiamato alle armi, ma come tutti gli aliens - gli stranieri - non aveva dovuto imbracciare un fucile, ma contribuire come forza lavoro. 

“Il termine alien ha una lunga storia che parte dal latino, passa per il francese e arriva all’inglese; ha una valenza negativa e indica il diverso, lo straniero - specifica l'autrice –. Anni fa, quando mio padre era ormai anziano, ho cominciato a interessarmi a quel periodo. Ricordavo, infatti, tante sue foto in uniforme, e dopo averne parlato con lui ho condotto delle ricerche e delle interviste che mi hanno portato a scrivere questo libro”.

Il 15 giugno è stato pubblicato dalla Melbourne University Press il suo ultimo lavoro, Soldiers and Aliens, che racconta la storia di quattromila soldati non inglesi - per questo definiti aliens - arruolati durante la Seconda guerra mondiale per contribuire agli aspetti logistici legati al conflitto.

“Vestivano l’uniforme, marciavano, sottostavano alle stesse regole e ricevevano la stessa paga, ma non hanno mai toccato un’arma e non sono mai stati mandati al fronte - spiega Factor –. Questi uomini erano un elemento fondamentale del sistema: caricavano e scaricavano le merci, guidavano i camion con armi, munizioni e i beni di prima necessità da un punto all’altro del Paese. C’era grande bisogno di loro”.

La copertina del libro Soldiers and Aliens

Dalla ricerca risulta che ci fossero persone di almeno 41 nazionalità, con le esperienze più diverse, le loro tradizioni e le loro religioni, che lavoravano fianco a fianco nelle retrovie per combattere il Fascismo. 

“C’era un po’ di confusione nei primi tempi con gli italiani – aggiunge Factor – perché si temeva potessero sostenere il Fascismo, tanto che è solo nel febbraio del 1942 che viene permesso loro di registrarsi come rifugiati - alien refugees”. 

Un altro interessante pezzo di storia dell’immigrazione australiana ancora poco conosciuto.