KIEV – La vendetta di Vladimir Putin, per l’operazione di Kiev ‘Tela del Ragno’ contro i bombardieri russi, si è abbattuta su Kharkiv, la seconda città del Paese tra le più martoriate dalla guerra in Ucraina.

Nella notte tra venerdì e sabato scorsi, la città ha vissuto “l’attacco più pesante dall’inizio dell’invasione”, secondo il sindaco Igor Terekhov: “Almeno 40 esplosioni in poco tempo”, ha detto, incendi e un bilancio di tre morti e ventuno feriti, tra cui un neonato di appena un mese.

Poche ore dopo, un altro raid sulla città ha provocato un morto e altri diciotto feriti.

Non è solo sull’Ucraina nordorientale che si sono abbattuti i raid delle forze russe: due persone sono rimaste uccise a Kherson e altre tre nella regione di Donetsk. Vittime di una rappresaglia preannunciata, dopo che Donald Trump aveva riferito al mondo che, nel loro colloquio, Putin gli aveva promesso che avrebbe “risposto” agli attacchi ucraini senza precedenti contro gli aerei russi. 

Secondo il presidente Usa, l’operazione di Kiev “ha dato a Putin una ragione per bombardarli a tappeto”, ha commentato, sottolineando di sperare che il conflitto non diventi nucleare.

Volodymyr Zelensky è tornato a criticare la definizione elaborata dal leader americano su lui e Putin, paragonati a “due bambini che litigano al parco”: “Non siamo ragazzini: Putin è l’assassino venuto in questo parco per uccidere i bambini”, ha replicato.

Il leader ucraino è costretto a contare sempre più morti nel bilancio della guerra per il rifiuto di Putin di accettare la tregua proposta da Kiev e Washington. Di fronte a questo muro, gli Stati Uniti dovrebbero rispondere, secondo il governo ucraino, con dure sanzioni contro l’economia russa.

La pace resta quindi un miraggio e perfino i pochi risultati raggiunti dai colloqui di Istanbul rischiano di naufragare: il capo negoziatore di Mosca, Vladimir Medinsky, ha accusato Kiev di aver “inaspettatamente rinviato a tempo indeterminato sia il rimpatrio delle salme che lo scambio di prigionieri di guerra”, considerato il più concreto degli esiti dei negoziati tra Ucraina e Russia.

Ben diversa la ricostruzione di Kiev: “Nell’ultima settimana, squadre di entrambe le parti hanno lavorato sul rimpatrio delle salme dei militari. Inoltre, l’Ucraina ha presentato liste per lo scambio di prigionieri secondo categorie concordate durante i negoziati di Istanbul – hanno fatto sapere –. La parte russa, invece, ha presentato liste che non corrispondono all’approccio concordato”.

“Purtroppo, invece di un dialogo, ci troviamo ancora una volta di fronte a manipolazioni e tentativi di strumentalizzare delicate questioni umanitarie a fini informativi. Invitiamo la parte russa a porre fine ai giochi sporchi e a tornare a un lavoro costruttivo”, è la posizione di Kiev.